LA VETTURA GIUSTA PER ME
In questo post ti svelo quale è “La vettura giusta per me“, ma è bene che tu sappia che essa rappresenta la naturale conseguenza del ragionamento che ti ho esposto nell’articolo: “Il camper tascabile“. Qualora tu non lo avessi già letto ti consiglio pertanto di farlo prima di proseguire in questa lettura, perché altrimenti potresti perdere per la strada alcuni validi concetti.
Comunque di seguito ti mostro le caratteristiche standard che a mio avviso deve necessariamente avere un perfetto minicamper.
Queste sono le basi da cui è partita la mia ricerca per trovare un autoveicolo idoneo alla camperizzazione secondo le mie personali esigenze. In particolare il mio mezzo ideale deve consentirmi di dare vita ad un minicamper con le seguenti caratteristiche:
- Essere pari a un autoveicolo, come dimensioni e ingombri. Per poterlo usare, sempre. Ogni singolo giorno, in ogni momento possibile e non solamente per le uscite programmate o per andare in vacanza.
- Come un camper, con tutti i comfort. Progettato, ottimizzando al massimo lo spazio disponibile. Dotato di tutte le funzioni necessarie e nessuna superflua.
- Praticamente indistruttibile. Resistente e duraturo dal punto di vista strutturale e meccanico, quasi esente da manutenzione e nonostante questo sempre e comunque altamente affidabile.
- Assolutamente indispensabile. Un auto che una volta saliti a bordo ti infonda talmente tanta gioia e sicurezza da volerla usare continuamente. Da farti passare la voglia di scendere. Sicuro di poterla utilizzare su ogni tipologia di terreno, e con qualunque condizione meteorologica.
Osservando scrupolosamente la lista che hai appena letto, dopo diversi tentativi e innumerevoli ricerche sono giunto all’autoveicolo che trovi nel video qui sotto.
Ho trovato l’automobile “Quasi” perfetta. La mia prima scelta, infatti, è un auto assolutamente molto speciale. Tantissimi pregi e per quanto mi riguarda un solo e unico difetto.
“Guarda il video fino in fondo e scopri le caratteristiche più o meno celate…”
Subito dopo, ti spiegherò perché purtroppo, per quel singolare e semplice motivo, ho dovuto necessariamente abbandonare l’idea di acquistarla e cercare immediatamente una valida alternativa.
“Hai visto il filmato? Che ne pensi? Non si arresta davanti a niente. Arriva anche dove una normale auto si ferma. La strada finisce e lei prosegue!”
La “Amphicruiser” è assemblata completamente a mano, già per questa unica caratteristica merita a mio avviso di entrare di diritto a far parte della categoria miniautocamper.
Se questo particolare autoveicolo ti ha incuriosito, oltre alle informazioni che trovi di seguito, ti lascio anche il collegamento al “PDF” che puoi scaricare, con tutte le caratteristiche tecniche che lo distinguono.
Sappi comunque in linea generale che sono disponibili “4” motorizzazioni tra cui un Benzina, due Diesel e una di tipo elettrico. La carrozzeria e il telaio, sono costruiti interamente in acciaio inox. Riguardo alle condizioni climatiche, praticamente indistruttibile.
“È un auto assolutamente sfavillante, luminosa e raggiante, tant’è vero che il protagonista del video è costretto a indossare costantemente gli occhiali da sole, anche di notte!”
Umorismo a parte, credo proprio però che a questo punto tu ti sia già fatto un’idea sul motivo che mi ha spinto immancabilmente a puntare su un’altra tipologia di autoveicolo.
“IL PREZZO!!!”
Purtroppo si, è un tantino oltre le mie possibilità economiche. Il costo per la versione base è al momento in cui scrivo, di “180.000 $” e arriva a poco meno di “250.000 $” dollari, per quello completamente accessoriato. Decisamente “leggermente” troppo, per le mie tasche.
Appena ho appreso questa pessima notizia relativa al prezzo di acquisto, con la tristezza nel cuore ho ripreso immediatamente la mia ricerca, rivedendo giusto “un pochino” i parametri.
“Anzi, nel cercare l’auto giusta per me, ho deciso di fare un ragionamento completamente inverso e pertanto mi sono volutamente spinto nella direzione opposta.”
Deciso infatti più che mai a trovare un autoveicolo che potesse consentirmi di intraprendere ogni tipologia di percorso, ma rigorosamente sempre con il minor costo possibile. Partire quindi con un badget minimo, per poi gradatamente evolvere il mio progetto, senza stress mentale ed economico. Ho cercato un auto, esattamente nel modo in cui un pittore si mette a sua volta in cerca del telaio e della tela bianca ideali, necessari per la creazione del suo nuovo capolavoro. Nella mia indagine mi sono volutamente imposto inoltre di poter avere sempre una chiara visione generale di tutto il processo evolutivo, ovviamente in base alle performance generali e ai costi. Al termine della mia ricerca, ho individuato un modello che a parità di caratteristiche è secondo me tra i più economici in assoluto e anche relativamente poco noto. Per abbattere ulteriormente le spese iniziali, ho deciso inoltre di acquistarlo rigorosamente usato, con l’unica intenzione di smontarlo per poi ricostruirlo ottimizzando e/o sostituendo ogni singolo particolare che si rivelasse non idoneo in base alle mie uniche priorità. Rimanendo quindi sempre e comunque fedele alla mia tradizione. Se hai letto, “la mia storia” infatti, saprai che già da bambino non faccio altro che smontare e rimontare di tutto con la sola idea di migliorarlo.
Il modello di autoveicolo che ho scelto è ampiamente discusso sui vari forum di off-road. Purtroppo più per i difetti che per le qualità, anche se, almeno sulla carta, ha molte caratteristiche proprie dei fuoristrada più blasonati. Molti pezzi sono perfino gli stessi della Jeep, come: i ponti, gli assali, i differenziali. Il problema fondamentale è dovuto essenzialmente alla scarsa qualità dell’assemblaggio e dai materiali “economici” degli interni di arredo, ma viste le mie intenzioni, in fondo poco male. Anzi, meglio! Infatti la dubbia qualità costruttiva è uno dei motivi principali per cui il prezzo di acquisto è decisamente più basso rispetto alle altre concorrenti. Soprattutto per quanto riguarda l’usato, questo autoveicolo è soggetto a una significativa svalutazione, molto più alta rispetto ad altre vetture con simili caratteristiche, il che per i miei scopi è a tutto vantaggio.
Non mi dilungo oltre, anche perché onestamente credo ci sia veramente poco da aggiungere, è un autoveicolo che o si ama o si odia. L’auto giusta per me in definitiva si è rivelata essere un modello immatricolato nel “2007“. Al primissimo sguardo ho avuto l’impressione di ritrovarmi proprio di fronte a uno dei giocattoli che da bambino mi divertivo a scomporre, con l’unica differenza però, che questo sembrava già parzialmente “smontato“. Ma dal momento che in fondo l’idea che mi balenava nella testa era quella di disassemblarla completamente, direi che praticamente mi trovavo già a metà del percorso. Si perché il modello che avevo deciso di acquistare presso un concessionario di auto usate, per avere almeno un minimo di garanzia, era a dire poco un’auto trascurata. Molto trascurata. Tanto trascurata. Anzi no, decisamente troppo trascurata, ma in fondo, oramai mi conoscerai, sono un inguaribile ottimista fortemente stimolato dalle sfide più difficili. Inoltre, dopo una prima analisi approfondita e super oggettiva, sono solito lasciar parlare il cuore e onestamente è stato amore a prima vista. Non ti nascondo che vederla in quello stato, mi fece anche sopraggiungere un pochino di tenerezza.
Tenerezza dovuta principalmente al fatto che vidi in lei una “meccanica ancora assolutamente efficiente” in tutte le sue parti, “molte qualità ancora nascoste“, e “una vita ancora molto lunga davanti a se” soprattutto in rapporto ai chilometri già percorsi. Per questi validi motivi non riuscivo proprio a capire come si potesse essere così indifferenti e non curanti della necessaria manutenzione. Chissà, forse sono io che mi affeziono troppo a ciò che mi circonda.
Comunque viste tutte le emozioni vissute in quella specifica occasione con fermezza, tanto affetto e moltissimo ottimismo, decisi di salvare dalla sua triste sorte e quindi di portare a casa una fantastica, o fantomatica che dir si voglia:
TATA SAFARI 4×4, 2.0 TDI
Prelevata, con appena, “3500 €“, compreso il passaggio di proprietà.
Di seguito un breve video che mostra come fosse in origine. Purtroppo non assomiglia per niente all’esemplare da me scelto, ma come potrai verificare tra un attimo, per dimensioni e caratteristiche, anche acquistandola usata a una cifra così bassa, era ovvio che necessitasse di innumerevoli e amorevoli cure.
“Ok! Svelato il mistero. A questo punto sentiti completamente libero di fare, tutti i commenti che vuoi. Sproloqui compresi”
“Fatti? Ok, procediamo!”
Ne ho persino scritti tanti anche io, man mano che risolvevo tutti i vari problemi meccanici, più o meno gravi. Di alcuni ti dico, vista la natura, meglio addirittura non trascrivere.
Di seguito comunque se vuoi soddisfare la tua curiosità, trovi tutti i dati tecnici di questo “particolare” modello di auto, di cui onestamente anche io fino a pochissimo tempo fa ne ignoravo completamente l’esistenza.
Adesso però prima di procedere consentimi di fare un brevissimo e doveroso ringraziamento speciale a una persona davvero unica. Altruista, disponibile, simpatica e molto, ma molto competente. Un riferimento per tutti coloro che vogliono acquistare un autoveicolo come il mio. Un amico che mi ha aiutato a comprendere l’anima di questo particolare mezzo di trasporto e che mi ha posizionato sulla strada giusta per poter esaltare tutte le sue celate qualità.
“Grazie Max, sempre debitore.”
Bene, prima del sopraggiungere di una possibile lacrimuccia, riprendiamo immediatamente la nostra trattazione, considerando adesso in particolare, il quadro generale.
Nonostante tutto infatti, ti devo informare che complessivamente sono molto soddisfatto della mia “Tatanka“, scusami per il nome selvatico, ma sono abituato a battezzare tutto ciò che mi sta a cuore.
Sulla carta la mia Tata safari, ha sicuramente del potenziale ed è inoltre anche dotata di primo equipaggiamento di diversi utili accessori. Non ti nascondo però, che ho dovuto lavorare davvero molto sulla sua affidabilità generale. Per fortuna, avendo avuto l’occasione di “sgobbare” su diverse tipologie di moto ho potuto comprendere quanto sia veramente importante ridurre a zero o quasi, tutti gli imprevisti di tipo meccanico. Si perché i rischi di qualunque altra natura sono sempre immancabilmente “troppi“e non è proprio mai il caso di aggiungerne di altri. Quindi poiché l’auto giusta per me, è prima di tutto quella che non mi lascia a piedi e che mi consente per altro di viaggiare in totale serenità e sicurezza, ho deciso di apportare fin da subito alcune modifiche rilevanti.
INTERVENTI MECCANICI PRINCIPALI
Ti espongo di seguito gli interventi che ho effettuato personalmente sulla meccanica della mia auto. Alcuni di manutenzione ordinaria, altri un pochino più specifici e complessi.
Ti svelo inoltre anche un “mio piccolo segreto” per poter prolungare la vita media di tutti gli organi meccanici e di conseguenza anche come estendere semplicemente la sicurezza e i chilometri di percorrenza, di qualunque tipologia di autoveicolo e di tutti i meccanismi in generale.
Le mie segretissime pratiche mistiche in particolare sono:
- Il mio speciale tagliando completo, con aggiunta di tutti gli additivi professionali, mirati per ogni esigenza specifica al fine di aumentare prestazioni e longevità.
- Revisione completa dell’impianto frenante, rinnovare tutti gli elementi principali e dove possibile sostituzione con prodotti più performanti, in previsione dell’aumento di massa a seguito del processo di camperizzazione.
- Nuovo assetto integrale, ruote, distanziali, ammortizzatori, molle, tamponi, regolazione e modifica delle barre stabilizzatrici anteriore e posteriore.
- Paraurti a uso gravoso, per aumentare la sicurezza e la “serenità” su tutti i terreni, soprattutto quelli più difficili.
IL MIO SPECIALE TAGLIANDO COMPLETO
Per tagliando completo, non intendo quello previsto dalla casa produttrice dell’autoveicolo, ma un intervento mirato su ogni particolare, osservando sempre rigorosamente il mio metodo personale. Sono orgoglioso infatti della mania che ho per i “dettagli” e da quando ho mosso i primi passi nella meccanica in genere, questa mia fissazione mi ha sempre permesso di raggiungere traguardi altrimenti irraggiungibili.
Cerco sempre di anticipare ogni genere di problema o condizione critica per porre rimedio ancora prima che l’evento si presenti, e la “Tatanka” non ha fatto eccezioni.
Per comprendere meglio il mio pensiero ti porto leggermente indietro nel tempo. Correva l’anno “1995“, e dopo innumerevoli rinunce e sacrifici acquisto una nuova e fiammante “Ducati 916!” Appena presa, anche se in quel periodo mi stavo riprendendo dopo un’operazione per l’asportazione di un rene sostenuta esclusivamente per trovare il capitale necessario per acquistarla, naturalmente sto scherzando, nonostante fossi rimasto immediatamente folgorato, tramortito, spiazzato, stregato, innamorato di così tanta personalità, nel vederla per la prima volta, si accese oltre al magnifico “motore desmodromico“, anche istantaneamente in me la mia solita lucina di pazzia, che mi portò a chiedermi: “come potevo garantirgli una vita lunga e indimenticabile?” Il sogno più spettacolare di sempre si era appena tramutato in realtà e già sentivo l’irrefrenabile necessità di coccolarla con tutto me stesso, per garantirgli il futuro lungo e glorioso che meritava. Non a caso ancora oggi, “Ella” è la mia più fedele compagna e gode del resto di un’ottima salute. Cominciai pertanto fin da subito con le migliori cure ordinarie e giustamente anche con quelle riservate ai puri cavalli di razza sportivi come Lei. Nella mia personale ricerca della perfezione, mi imbattei in una ditta che “15” anni prima cominciò a produrre ogni tipologia di additivi specifici per parti meccaniche in movimento a base di “PTFE nanotech“.
“I PTFE sono noti per le loro proprietà di basso attrito, per la resistenza chimica e per la elevata tolleranza alle alte temperature. L’impiego della nanotecnologia migliora ulteriormente le loro già eccellenti caratteristiche.”
Decisi allora di andare come spesso mi capita anche adesso, controcorrente. Infatti a quei tempi quasi la totalità degli “pseudo professionisti del settore” era propensa a utilizzare prodotti a base di “particelle ceramiche” di un’altra famosa azienda, che però come avevo avuto modo di verificare personalmente, nel medio e lungo termine creavano non pochi problemi di affidabilità.
Per risolvere la questione il più celermente possibile, contattai direttamente il responsabile della ditta in oggetto, al fine di ricevere possibilmente dei dati e delle informazioni più tecniche e specifiche in merito ai loro prodotti. Con estrema professionalità e chiarezza mi mandarono tutta la documentazione e anche i risultati certificati di alcuni loro test effettuati. Uno tra tanti che mi colpì in modo particolare, fu quello relativo a una Fiat panda che dopo il trattamento con i loro prodotti, privata di tutto l’olio motore, era stata in grado di percorrere a secco più di “800” km. Acquistai per curiosità questi “2” prodotti da usare in sequenza, che testai su praticamente tutto ciò che avevo in mio possesso mosso da un motore endotermico. Automodello “1:8” a scoppio alimentato a nitrometano, minimoto di dubbia provenienza con motore a “2” tempi, motoveicolo a benzina risalente forse alla seconda guerra mondiale di un mio amico arruolato più o meno volontariamente, autovettura Diesel della sorella dello stesso amico con circa un miliardo di chilometri alle spalle assolutamente inconsapevole del trattamento ricevuto e via dicendo. Giunto al termine della “sperimentazione” rimasi semplicemente esterrefatto dai validissimi risultati ottenuti.
Le prestazioni erano migliorate su tutte le cavie e su tutti i fronti, indipendentemente dalle caratteristiche e dal carburante utilizzato, ma soprattutto i motori così trattati presentavano una migliore fluidità nei transitori e un consumo di olio pressoché pari a zero. Nonostante gli strepitosi risultati, ho continuato con i test per vedere se a lungo termine potessero affiorare situazioni poco gradevoli al pari dei prodotti ceramici. Infatti solamente l’anno successivo ho trovato il coraggio dati alla mano, di intervenire anche sulla mia amata “916“.
Appena effettuato il primo trattamento, il motore scaldava già decisamente meno, era di una fluidità assolutamente impressionante, soprattutto per un bicilindrico di quella cubatura e caratterizzato da elevate prestazioni. Dopo l’utilizzo del secondo e definitivo additivo, oltre ad avere una maggiore potenza il motore della mia Ducati non bruciava più nemmeno un grammo di olio, cosa che seppur in minima parte, aveva sempre fatto fin dai primi metri percorsi fuori dal concessionario. Eccellente!
Da allora ho testato questi prodotti, su ogni tipologia di mezzo a motore che mi è capitato sottomano e ho sempre ricevuto ottimi riscontri, con risultati costantemente veramente soddisfacenti. Ecco perché oramai fa parte della mia routine integrare questi speciali additivi, a ogni “mio tagliando“.
A quasi dimenticavo, la ditta in oggetto si chiama “SINTOFLON” e di seguito ti mostro alcuni dei suoi innumerevoli prodotti che ti consiglio sicuramente di valutare con estrema attenzione, sia per una questione prestazionale a “360°” e sia soprattutto per incrementare considerevolmente il “fattore sicurezza“.
REVISIONE COMPLETA IMPIANTO FRENANTE
Altro settore assolutamente importante ai fini della sicurezza, è sicuramente l’impianto frenante. Per questo preciso motivo, ha ricevuto tutte le mie attenzioni. Ho infatti cambiato i dischi freno originali con altri più performanti autoventilati e sostituito le pasticche anteriori con elementi di qualità superiore. Ho poi rimpiazzato i tamburi e le ganasce posteriori con altri “ingredienti” caratterizzati da una maggiore superficie frenante. Ho anche sostituito un anonimo liquido dei freni con un più celebre prodotto della Sintoflon il “Silicone brake fluid DOT5” e tutte le tubazioni originali, con altre di tipo aeronautico. In particolare, mi sono affidato al “Kit prodotto dalla Zerbracing“. Queste tubazioni offrono maggiore resistenza alla pressione e alle vibrazioni rispetto ai tradizionali tubi in gomma, garantendo una risposta più pronta e precisa del sistema frenante. Inoltre, la loro struttura in treccia metallica fornisce una maggiore protezione contro l’usura, l’abrasione e le sollecitazioni meccaniche, contribuendo anche a incrementare la durata nel tempo e a migliorare la sicurezza del sistema frenante.
“Questo intervento, come potrai vedere nel prossimo paragrafo, si è reso necessario anche per adeguare la lunghezza dei tubi freno al nuovo assetto rialzato.”
Considera inoltre che procedendo nell’allestimento specifico per la camperizzazione, inevitabilmente sarai interessato anche da un aumento della massa generale dell’autoveicolo, pertanto un adeguamento dell’impianto frenante in termini di potenza e modulabilità, è praticamente d’obbligo.
NUOVO ASSETTO INTEGRALE
Gli interventi sull’assetto sono stati fatti oltre che per incrementare il fattore sicurezza, anche per un altro importante motivo. Volevo infatti poter usufruire degli spazi presenti nel sotto scocca, ma senza correre il rischio di rovinare gli elementi originali e gli accessori addizionali aggiunti per la camperizzazione.
Pertanto al retrotreno, ho interposto dei tamponi, da “50” mm, sotto le molle delle sospensioni.
Eseguito una lieve modifica alla barra stabilizzatrice, che ho reso regolabile per poterla riportare in configurazione neutra a seguito del rialzo.
Ho elevato l’avantreno di “35” mm, mediante intervento sui regolatori originali.
Sostituito tutti e “4” gli ammortizzatori di serie con unità a gas rinforzate, a corsa maggiorata e tarati insieme alle nuove molle, per un peso maggiore del “20%” in ordine di marcia. Più adatti quindi a sopportare un carico più elevato dovuto ai nuovi paraurti che vedremo tra un attimo e in larga parte anche agli elementi per la camperizzazione. Come per il retrotreno, ho riportato in una posizione neutra la barra stabilizzatrice anteriore, in questo caso senza modifice alle parti in quanto dotata in origine del suo sistema di regolazione manuale.
Ho cambiato poi i pneumatici di serie, con altri “4 stagioni” decisamente più performanti e caratterizzati inoltre da una spalla leggermente più alta.
Per quanto riguarda l’assetto gli ultimi elementi installati sono stati “4” distanziali di “30” mm di larghezza, posizionati sui mozzi delle ruote per poter aumentare la carreggiata e di conseguenza anche la stabilità e il raggio di sterzata.
L’altezza dell’auto dopo gli interventi appena descritti, è aumentata in giusta misura per offrirmi l’opportunità di installare esternamente nel sotto scocca alcuni accessori essenziali, che avrebbero sicuramente diminuito l’abitabilità e la sicurezza generale se posizionati all’interno dell’autoveicolo.
PARAURTI A USO GRAVOSO
Alzare solamente il corpo vettura non era abbastanza per poter ottenere un autoveicolo robusto e performante su ogni terreno, quindi con l’aiuto del mio fedele e “mitico” assistente, mio padre, abbiamo sostituito entrambi i paraurti con altri appositamente progettati e realizzati con la lamiera di acciaio da “4” mm di spessore. I nuovi paraurti, sopportano anche un uso gravoso e contribuiscono attivamente a proteggere il veicolo da urti e danni anche durante la guida off-road impegnativa. L’anteriore difronte a un ostacolo fornisce un punto d’attacco migliore ed essendo più protettivo nel sottoscocca, salvaguarda tutta la parte meccanica anteriore e motore compreso. Il posteriore, oltre a snellire l’estetica, ora è portante e calpestabile. Fa anche da supporto a un agevole predellino a scomparsa per l’accesso posteriore e fornisce oltretutto da sostegno alla rampa retrostante estraibile. Nel caso non sapessi di quale rampa io stia parlando ti consiglio di visionare il video che trovi nel post: “Il mio mini auto camper“. Nello stesso filmato potrai anche capire come sono stati alloggiati all’interno del paraurti posteriore, la “bombola del gas“, “l’unità tipo Webasto” e il “serbatoio dell’acqua“.
Grazie a un’attenta fase di progettazione e realizzazione dei paraurti, il “Team Padre e Figlio” è riuscito a contenere l’aumento di peso dell’intero autoveicolo in appena “6” Kg complessivi, compresa la nuova piastra in alluminio aeronautico di “8” mm di spessore, che fissata al paraurti anteriore si estende nel sotto scocca ancorandosi alla paratia originale che si protrae fino al centro della vettura.
Di seguito, ti mostro la mia auto, dopo gli interventi appena descritti.
INTERVENTI PRINCIPALI PER FINI RICREATIVI
Successivamente alle operazioni eseguite sulla parte meccanica, ho provveduto anche alla modifica di alcuni elementi per poter effettuare una camperizzazione a livello professionale.
In particolare:
IL COFANO MOTORE
La maggior parte delle componenti elettriche e alcuni altri accessori, al momento della progettazione sono stati alloggiati nel vano motore. Per farlo però, abbiamo pensato alla sostituzione del cofano anteriore, con uno in vetroresina auto costruito. Tutti i dettagli in merito, li trovi nell’articolo: “il cofano in vetroresina“. La nuova altezza, “+8” cm e l’attento riposizionamento di alcuni elementi, mi hanno consentito di inserire in seguito, all’interno del vano, una seconda “batteria per i servizi“, “l’inverter“, “il compressore” e tutti i suoi accessori.
Le modifiche estetiche e camperistiche esterne al mezzo, dovevano terminare qui. Non volevo infatti un autoveicolo troppo appariscente o vistoso. Gradivo che al passaggio fosse praticamente inosservato e che sembrasse il più originale possibile, ma poi…
IL TETTO SOLLEVABILE
Il tetto sollevabile è stato per me, la classica eccezione che conferma la regola. Salito su un furgone di un amico che lo aveva come primo equipaggiamento, nel momento esatto in cui si è rivelato con tutta la sua bellezza, davanti ai miei occhi ho visto aprirsi un nuovo mondo di opportunità. Non ho resistito. Ho subito rimesso mano al progetto e attuato tutti i cambiamenti necessari per dotare anche il mio autoveicolo di un accessorio così speciale e a mio avviso semplicemente indispensabile. Anche in questo caso specifico, se vuoi approfondire l’argomento leggi l’articolo a lui dedicato: “Il tetto sollevabile“.
Di seguito ti mostro invece la “Tatanka” oramai divenuta finalmente la famosa tela bianca.
Anzi, a essere precisi direi che al momento abbiamo trasformato il mio autoveicolo in un “buon telaio” pronto a ospitare la tela, ma per renderla libera da costrizioni e trasformarla in una superficie bianca su cui generare magie creative, è necessario effettuare un altro piccolo step rivelatore.
Se sei curioso di sapere di cosa io stia parlando, ti invito a leggere il post: “Le fasi preliminari e lo smontaggio“, così saprai con estrema certezza come preparare il tuo autoveicolo per la tua nuova e fantastica opera d’arte.
Nell’immagine qui sotto puoi anche notare le evidenti differenze proprie della Tatanka, in confronto con la versione originale parcheggiata al suo fianco. Se vuoi approfondire le differenze tra i due modelli da differenti angolazioni, ti invito nuovamente a visionare il post sul “Cofano in vetroresina“.
CONCLUSIONI
La Tata Safari, “Tatanka” per gli amici, adesso è caratterizzata da un’estetica particolare che ovviamente può essere apprezzata o meno. A prescindere però dal fatto che a me onestamente piaccia comunque molto di più rispetto a prima, l’importante è che adesso l’autoveicolo soddisfa appieno tute le mie esigenze. Nonostante non sia nuova, anfibia e non costi uno sproposito, anche con i suoi “problemini” di percorso rimane secondo me un validissimo e ottimo miniautocamper.
In tutta onestà se si ripresentasse l’occasione, rifarei la stessa medesima scelta riguardo al modello, però sicuramente opterei per il motore con più cubatura. Infatti nonostante tutte le attenzioni, quello attuale risulta essere decisamente poco performante. Dopo aver avuto l’opportunità di guidare la “sorellona maggiore” equipaggiata con il “2.2 Common Rail” accreditato di una ventina di cavalli in più, mi sono reso conto delle enormi differenze e delle maggiori potenzialità, che aiutano sicuramente e non poco, a migliorare la situazione su ogni tipologia di percorso.
“Nella ricerca del tuo autoveicolo ideale, ricorda sempre di visualizzare nella tua mente, nei minimi dettagli il risultato finale. Deve in ogni circostanza poter soddisfare appieno almeno sulla carta, tutte le tue necessità”
Questo è l’unico modo per non avere delusioni o ripensamenti di alcun genere.
Ti ricordo che per capire la tipologia di autoveicolo più adatta alle tue esigenze ho scritto l’articolo: “Quale auto scegliere“, un’ottima base di partenza per definire la giusta categoria di autovetture nella quale iniziare una ricerca più dettagliata e mirata.
“E Tu? Che auto avevi in mente?”
Se hai già avuto modo di pensare a un modello di auto specifico, se hai preso da tempo le tue decisioni o se senti di voler condividere le tue esperienze in merito a questo o altri argomenti, aggiornami. Ci tengo davvero molto, a sapere il tuo punto di vista. Anzi, non vedo l’ora.
Nell’attesa di avere tue prossime notizie, ti auguro una buona navigazione, magari anche a bordo di una tua personalissima versione più spettacolare della stessa “Amphicruiser”.
Ciao, a presto.
Ciao, sono Lucio, Webmaster ed editor di miniautocamper.com. Oltre a lavorare sul campo, mi occupo di consulenza e formazione. Amo sporcarmi le mani per realizzare in team ogni genere di idee, ma non inizio mai nessun lavoro senza avere la certezza di un valido risultato finale. La mia esperienza a Tua completa disposizione per aiutarti a dar vita a ogni tuo progetto.
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