ISOLAMENTO TERMICO NEL MINI CAMPER
Un buon isolamento termico nel mini camper, ti permette di scoprire tutto il bello di una vacanza, ovunque essa sia e soprattutto anche quando il meteo, non è dalla tua parte!
In linea di massima diciamo che per avere il giusto comfort all’interno del tuo minicamper, dovrai fare in modo che indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne, all’interno nel tuo spazio abitativo ci sia sempre “possibilmente“, una temperatura compresa tra i “18/25°” e un tasso di umidità massimo del “40/50%“.
Come il caldo torrido è infatti decisamente insopportabile, anche il Freddo, la pioggia e l’eccessiva umidità non sono da meno, anzi forse per certi versi, sono addirittura peggiori.
Le temperature estreme nei due sensi, possono mettere a dura prova ogni secondo di permanenza a bordo del tuo autoveicolo.
“Come puoi allora, trasformare i momenti più difficili, in ore spensierate ricche di gioia e soprattutto confortevoli?”
Semplice! Creando una zona abitativa, che mantenga il giusto fattore climatico indipendentemente dalle condizioni meteorologiche esterne. Un luogo nel quale poter regolare la temperatura e l’umidità, sempre e comunque nel range dei valori ottimali.
“Impossibile? Assolutamente no! Con un po di prevenzione, tutto è sicuramente fattibile.”
L’isolamento termico dell’auto, rappresenta la naturale soluzione a questo importante problema. Esso, può davvero cambiare positivamente e definitivamente le sorti di ogni singola esperienza vissuta all’aria aperta e in balia degli elementi.
COME SI PROPAGA IL CALORE
Prima di ogni intervento mirato a ottenere un isolamento termico a regola d’arte nel tuo minicamper, è però assolutamente necessario fare un minimo di formazione.
TEORIA 1 – COME SI TRASMETTE IL CALORE
“Sai come si propaga il calore?”
La trasmissione, avviene principalmente in “3” modalità:
- Irraggiamento. Lo scambio di calore per mezzo, di “onde elettromagnetiche“.
- Convenzione. Lo scambio di calore attraverso, “i fluidi“, (aria ad esempio).
- Conduzione. Lo scambio di calore, tra due corpi, per “contatto“.
Il calore per conduzione e quello per convenzione, necessitano di un “elemento trasmissivo“. Quindi che sia aria, “convenzione“, o altro materiale a contatto, “conduzione“, la soluzione migliore è sempre in linea di massima quella di interporre tra le due superfici di scambio almeno un “materiale di tipo assorbente” e almeno un altro di tipo “isolante“.
La trasmissione di calore per “irraggiamento” è invece un processo attraverso il quale l’energia termica viene trasmessa sotto forma di “radiazione elettromagnetica“, senza quindi la necessità di un mezzo materiale per propagarsi. Questo fenomeno può avvenire pertanto, anche attraverso il vuoto e coinvolge sia l’emissione e sia l’assorbimento di radiazione elettromagnetica da parte di tutti i corpi coinvolti.
Oltre agli isolanti idonei per le altre tipologie di trasmissione di calore, il problema dell’irraggiamento può essere risolto mediante l’aggiunta di ulteriori materiali specifici tra la fonte di calore e l’interno dell’autoveicolo. Come vedremo più avanti in questo caso però l’elemento base è sempre lo stesso, pertanto la scelta sarà ovviamente, anche più semplice.
L’insieme di questi elementi termoisolanti ti consentirà di mantenere il clima interno nei valori ideali, più a lungo nel tempo e indipendentemente dal fatto che la temperatura esterna sia inferiore o superiore rispetto a quella interna.
Esiste poi, anche una quarta opzione riguardo alla propagazione del calore, il così detto “calore latente“, ovvero il calore scambiato durante lo svolgimento di una “transizione di fase“, come ad esempio quando l’acqua passa dallo stato liquido a quello gassoso. I fisici però non me ne vogliano, ma credo che di fatto per praticità, possiamo considerarlo come un’aggiunta a quello trasferito per “convenzione“. Quindi per il momento, senza dilungarci troppo in descrizioni, formule e teorie matematiche, ti confesso che per ottenere un risultato soddisfacente, dovrai ovviamente cominciare ad affrontare e risolvere tutte e “3” le problematiche appena enunciate.
Ti informo comunque che anche se non prenderemo in esame il calore latente in modo diretto, più avanti tratteremo un fenomeno a esso legato, che è per noi estremamente importante e che quindi non possiamo assolutamente trascurare.
Per il momento però, procediamo con calma e vediamo quali sono i fattori che possono influenzare la scelta dei vari materiali isolanti.
COME SCEGLIERE I MATERIALI ISOLANTI PIÙ IDONEI
Per selezionare i migliori elementi isolanti e allestire poi il tuo automezzo, adesso che sai quali sono le modalità di trasmissione del calore è necessario introdurre il concetto della “trasmissione di calore” legata ai materiali.
TEORIA 2 – LA LEGGE DELLA TRASMISSIONE DI CALORE
Dal momento che la “trasmissione del calore“, “Q“, è data dal rapporto fra la “conducibilità termica” “λ” e lo “spessore” “s” del materiale isolante, moltiplicato poi per la “variazione di temperatura” “ΔT“, non potendo intervenire pesantemente su questa ultima variabile, gli unici parametri su cui possiamo lavorare rappresentano proprio,
“la scelta dello SPESSORE in funzione del valore di CONDUCIBILITA’ TERMICA”.
Tenendo quindi sempre a mente la formula appena enunciata, per determinare il materiale isolante più idoneo al tuo autoveicolo, dovrai poi necessariamente prendere in considerazione “5” fattori principali:
- La conducibilità termica.
- Lo spessore del materiale.
- La densità.
- La tossicità.
- Il metodo di posa in opera.
- Il costo.
- La traspirazione.
LA CONDUCIBILITA’ TERMICA
Per quanto appena detto, in merito all’isolamento termico dell’auto, il primissimo parametro a cui fare riferimento è sicuramente la “conducibilità termica“, la cui unità di misura è “λ” lambda. Ti basti sapere che a “un valore più basso, corrisponde un isolamento maggiore“. Quindi, come puoi notare anche nella tabella sottostante in “figura 1″, “l’EPS grafite” ad esempio, produce un isolamento termico “migliore” e maggiore del sughero.
FIGURA 1
LO SPESSORE DEL MATERIALE
Ovviamente, elementi isolanti caratterizzati dagli stessi valori di conducibilità termica, saranno più o meno performanti proporzionalmente al loro spessore. Lo spessore di un materiale isolante infatti, influisce sull’efficienza dell’isolamento termico in quanto maggiore è lo spessore, maggiore sarà la resistenza al passaggio del calore, e quindi migliore sarà l’isolamento termico.
Lo spessore del materiale ovviamente, influisce anche su altri importanti fattori, più avanti nella trattazione infatti, potrai verificare tu stesso che è anche decisivo per limitare lo sgradevole “effetto condensa“.
LA DENSITA’
Il peso specifico, anche se in realtà è più giusto il termine “massa“, è a parità di volume direttamente proporzionale alla “densità” del materiale in oggetto. Per cui,
“un valore alto di densità, corrisponde naturalmente a un peso elevato.”
Anche se al momento questo parametro non sembra concorrere direttamente sull’efficienza termica, ti assicuro che è assolutamente tutt’altro che superfluo. Va sempre ponderato con la massima attenzione, congiuntamente a ogni altro elemento isolante che andrai a integrare nel tuo sempre più accessoriato e quindi anche più pesante, veicolo ricreativo.
“In realtà infatti, è bene sapere che la densità esprime anche la capacità di immagazzinare il calore all’interno del materiale stesso, pertanto contribuisce in buona misura anche all’efficienza termica”.
Rimanendo in argomento peso, questa volta però riferito a quello corporeo, ne approfitto per aprire una piccolissima parentesi. Ricorda che è sempre una buona norma per quanto riguarda la valutazione del “materiale isolante per la pavimentazione“, prendere in considerazione anche il suo “grado di deformabilità“. Nel caso di una scelta errata infatti, camminando internamente nel tuo autoveicolo, potresti percepire quella sgradevole sensazione di affondamento e ritrovarti in poco tempo anche con un pianale pieno di piccoli ma fastidiosissimi avvallamenti.
LA TOSSICITA’
Il fattore di tossicità è quarto nella lista, solamente perché di fatto non influenza direttamente le doti isolanti del materiale, ma ovviamente per motivi di sicurezza in merito alla salute personale, è da considerare sempre al primo posto, perché il benessere Tuo e delle persone che soggiornano all’interno del veicolo ricreativo sono semplicemente di vitale importanza.
È bene che tu sappia pertanto che alcuni materiali isolanti sintetici, come il polistirene espanso ad esempio, sebbene in condizioni normali siano inerti possono comunque emettere gas tossici a temperature elevate o in caso di incendio. Altri, anche senza effetti scatenanti possono invece rilasciare nell’ambiente composti organici e volatili nel tempo, compromettendo pesantemente la qualità dell’aria interna respirata. Inoltre, è necessario anche considerare che durante l’installazione e la manutenzione, tu stesso potresti essere esposto ripetutamente a rischio di inalazione di sostanze nocive. Quindi la valutazione dell’impatto sulla salute e sull’ambiente dei materiali isolanti non è solamente di cruciale importanza per le tue scelte, ma anche per garantire un’adeguata protezione e sostenibilità a lungo termine.
IL METODO DI POSA IN OPERA
Altro parametro fondamentale per la realizzazione di un ottimale isolamento termico dell’auto, è sicuramente la metodologia di posa in opera. E’ infatti molto importante ai fini di un lavoro soddisfacente e privo di problematiche, che ogni elemento isolante sia facilmente lavorabile e installabile possibilmente senza l’utilizzo di attrezzature specifiche o sofisticate. In generale benché tutti i materiali isolanti possano essere posati con un esiguo numero di attrezzi, alcuni durante la fase di montaggio, sono decisamente più pretenziosi di altri. È pertanto fondamentale prestare sempre la massima attenzione in fase di acquisto e conseguentemente osservare anche alcuni utili accorgimenti nella successiva fase di installazione.
Per quanto riguarda questo ultimo punto, fai pure riferimento all’articolo: “La posa in opera dei materiali isolanti dell’auto“, per avere tutte le informazioni necessarie e per procedere soprattutto in modo efficiente e sicuro.
Ricorda in fine, che tutti i materiali impiegabili per l’isolamento termico del tuo autoveicolo, possono essere caratterizzati anche in modo più o meno elevato, da valide qualità specifiche riguardo l’insonorizzazione acustica. Sempre nella “figura 1” infatti, puoi notare come ad esempio il “sughero” o i “PUR” in particolare, siano assolutamente degli ottimi elementi anche se impiegati come isolanti di tipo acustico. Pertanto, presta la massima attenzione e fai una scelta congiunta dei materiali isolanti, sia dal punto di vista termico, che da quello dell’abbattimento del rumore percepito.
Prima di procedere con i tuoi acquisti pertanto, ti consiglio a tal proposito, la lettura dell’articolo: “isolamento acustico dell’auto“, dove potrai acquisire tutte le informazioni necessarie per effettuare la tua scelta in modo ottimale e soddisfacente.
IL COSTO
Ovviamente nella scelta dei materiali per l’isolamento termico è anche importante valutare attentamente i costi. Infatti i diversi prodotti isolanti hanno prezzi variabili che possono pertanto influenzare anche significativamente il budget complessivo del progetto. I materiali naturali come la “lana di pecora” e “il sughero” possono offrire un ottimo isolamento termico e sono rinnovabili, ma sono ovviamente più costosi rispetto agli elementi a base sintetica come ad esempio il “polistirene estruso“. Inoltre, la scelta del materiale influisce anche sulla durata e sulle prestazioni dell’isolamento, quindi è importante bilanciare i costi iniziali con i benefici a lungo termine.
I prezzi in generale, possono variare da “3,50 €” fino a “90,00 €” al metro quadrato, a seconda del tipo di materiale e delle sue caratteristiche specifiche.
Pertanto, una valutazione oculata dei costi dei materiali isolanti è fondamentale per garantire un’efficace coibentazione termica in rapporto al capitale preventivato disponibile.
LA TRASPIRAZIONE
“Ho lasciato per ultima la traspirazione non perché meno importante delle precedenti, ma piuttosto poiché è esattamente il contrario”.
Nella scelta del materiale termoisolante ottimale, è bene infatti prendere in considerazione anche il grado di traspirazione, che nello specifico dipende dalla resistenza di diffusione al vapore, “µ“. Come per l’isolamento termico anche in questo caso, “un valore più basso, indica un materiale più traspirante“. Nella tabella in “figura 1“, puoi vedere alcuni dati che identificano determinati materiali. L’XPS ad esempio, è contraddistinto da un alto valore di traspirazione e pertanto caratterizzato anche da una elevata capacità nell’impedire il passaggio del vapore acqueo.
Il “vapore acqueo” è un fattore importantissimo per i nostri automezzi, ed è per questo motivo che ho voluto ritardare la trattazione fino a ora. Desideravo infatti che tu avessi una conoscenza più specifica sull’isolamento termico in generale, così che questo approfondimento fosse per te più comprensibile e il più chiaro possibile.
All’inizio del post tra le varie tipologie di trasmissione del calore abbiamo accennato al “calore latente“. Esso influisce sulle “transizioni di fase“, come ad esempio la “condensazione” e non sulla variazione di temperatura del materiale.
Il “fattore condensa“, sebbene l’unico modo per tenerlo sotto controllo preveda una corretta areazione dello spazio abitativo, è anche fortemente influenzato dalle tue scelte in materia di elemento, o di elementi isolanti, perché di fatto essi concorrono in maniera molto significativa alla riduzione del problema.
TEORIA 3 – IL FENOMENO DELLA CONDENSA
“Il fenomeno della condensa come appena accennato, in merito alla coibentazione termica è forse l’evento più importante in assoluto, ed è quindi da comprendere e considerare molto attentamente”.
Non tanto per la sgradevole sensazione o il disagio che può provocare in relazione alla temperatura, ma piuttosto per altri validi motivi che possono portare tra l’altro, al proliferare di muffe e ossidazioni varie anche sulla struttura dell’autoveicolo stesso. In fase di progettazione è pertanto obbligatorio calcolare su quale punto della nostra coibentazione si presenterà tale fenomeno.
Una soluzione “facile” potrebbe essere quella di isolare completamente l’interno del tuo minicamper dall’ambiente esterno, una sorta di “barriera impenetrabile“, ma purtroppo è una cosa più semplice da dire, piuttosto che da realizzare. A prescindere però dalle difficoltà di esecuzione,
“Il mio consiglio è quello di non utilizzare mai una BARRIERA AL CALORE, indipendentemente dalle abitudini personali o dal tipo di utilizzo del tuo veicolo ricreativo”.
Una barriera al calore non consente infatti la necessaria traspirabilità dei materiali e pertanto rende il tuo autoveicolo soggetto alla generazione di sostanze organiche in decomposizione e a conseguenti condizioni scarsamente igieniche e insalubri.
Per comprendere meglio il perché della mia affermazione, è necessario fare un po di chiarezza su altre “2” variabili molto importanti legate al trasferimento di calore.
In particolare, la “pressione di vapore” che di fatto rappresenta la pressione esercitata dal vapore di una sostanza, e si misura in Pascal e la “pressione di saturazione“, o di vapore saturo, che rappresenta la massima pressione permessa per un vapore a una data temperatura, in cui la sostanza in forma liquida è in equilibrio con il suo vapore. Questa pressione tende a salire con l’aumentare della temperatura, poiché le molecole acquistando progressivamente un’energia cinetica più alta, hanno pertanto maggiore facilità a evaporare.
“La pressione di saturazione dell’acqua è la pressione a cui l’acqua cambia fase tra bolle e condensa, ed è correlata alla pressione di vapore dell’acqua stessa.”
Se quanto appena detto ti sembra di difficile comprensione, ricorda semplicemente che:
“Affinché il tuo miniautocamper sia coibentato in modo appropriato, supponendo di rappresentare su un grafico, sia la pressione di vapore e sia la pressione di saturazione, esse non dovrebbero mai intersecarsi.”
Vediamo di chiarire ulteriormente questo semplice ma fondamentale concetto.
Per calcolare ogni singolo parametro dei vari materiali isolanti adoperati ed evitare pertanto che il fenomeno della condensa possa manifestarsi su una specifica superficie indesiderata, come ad esempio la parte interna delle lamiere della carrozzeria, possiamo utilizzare il software gratuito messo gentilmente a disposizione dal sito web: “Pontarolo Engineering“. È davvero molto utile ed estremamente intuitivo.
Scopriamolo nel dettaglio. Cliccando sull’immagine qui sotto sarai reindirizzato direttamente alla pagina del software. Per avviare lo strumento ti basterà poi cliccare sul pulsante arancione con la scritta: “Calcola“, come mostrato nell’immagine sottostante.
Nella pagina successiva mostrata anche nella figura qui sotto, dovrai selezionare una “regione” e un “comune” tra i più freddi di Italia, perché il nostro intento è proprio quello di fare riferimento alle condizioni climatiche peggiori.
Nell’esempio, ho selezionato nell’ordine, “Aosta” e “Saint-Marcel“, e ho poi successivamente cliccato sul pulsante con la scritta: “Crea progetto“.
Nella schermata successiva, possiamo impostare il valore della temperatura interna del nostro veicolo ricreativo, nel mio caso pari a “18°” e cliccare poi sul pulsante posizionato sulla destra con la scritta: “Aggiorna dati” per memorizzarli. Nell’esempio qui sotto, io come temperatura esterna ho lasciato “-10°“, ma naturalmente, puoi impostare il valore che ritieni più opportuno in base alle ipotetiche previsioni di utilizzo del tuo minicamper.
Impostati i “2” parametri cliccando sul pulsante: “Aggiungi strato” potrai iniziare a creare la tua prima parete isolante.
Per generare il primo strato nell’esempio, io ho selezionato la categoria “espansi” e successivamente scelto l’isolante “Polistirene espanso estruso-XPS senza pelle“, ma anche in questo caso, come anche per tutte le altre fasi successive, a te la massima scelta. Ti consiglio di fare tutte le prove possibili in modo di capire perfettamente anche le immancabili differenze in merito all’utilizzo e all’abbinamento degli innumerevoli isolanti termici.
Ma torniamo all’esempio e impostiamo adesso il valore di “Massa volumetrica” pari a “30“. La massa volumetrica è la “densità” del materiale. Se non sai quella effettiva del prodotto che andrai ad acquistare, nel dubbio imposta sempre il valore più basso e sei a posto.
I “2” parametri successivi dovrebbero essere impostati in automatico, nel caso tu conoscessi però quelli specifici del pannello isolante che andrai a utilizzare, se differenti rispetto agli attuali, sostituiscili tranquillamente.
Ultimo dato da impostare riguarda lo “spessore” del pannello. Come già accennato proprio nella sezione riguardante lo spessore, questo è un parametro fondamentale sul quale possiamo intervenire per costruire il nostro isolamento su misura. Nel mio esempio, avendo acquistato un pannello da “3” cm, ho impostato ovviamente il valore “30” in mm.
Quando tutti i valori sono corretti, procedi cliccando su: “Aggiungi strato“.
Come puoi notare adesso nell’immagine che segue, il tuo primo strato di materiale isolante è stato creato.
Possiamo adesso procedere nel nostro progetto, aggiungendo anche un secondo strato. Ricorda che l’ordine in cui la parete isolante verrà creata sarà sempre “dall’interno verso l’esterno“.
“ATTENZIONE! Nel caso tu decida di sovrapporre un secondo strato dello stesso materiale direttamente sul primo, ricorda che non basta avere un unico strato e duplicare lo spessore. Per un calcolo ottimale infatti devi necessariamente creare due strati separati.”
Altra nota importante da tenere a mente è che l’aggiunta di un eventuale spazio di qualunque altra natura come ad esempio un’intercapedine di aria, andrà sempre creato al pari di ogni altro “strato“. Se vorrai infatti lasciare tra un isolante e l’altro ad esempio “1” cm di spazio, dovrai necessariamente creare una sezione specifica come mostrato nella figura sottostante.
Ovviamente, anche questo secondo strato sarà riportato nella schermata successiva dopo aver cliccato il pulsante: “Aggiungi strato“. Nella foto che segue, la conferma.
Bene. Supponiamo adesso di voler aggiungere un ulteriore strato e di utilizzare come prodotto l’isolante a cellule chiuse “K-Flex“. Poiché nello specifico questo elemento non è disponibile all’interno del software, dobbiamo necessariamente inserire i nostri dati manualmente, ma non preoccuparti, perché il processo è davvero molto semplice.
L’operazione diventa sicuramente più complicata nel caso tu non conosca i valori in merito alla “Massa volumetrica o densità“, alla “permeabilità al vapore“, alla “conduttività termica” e allo “spessore“, per questo valido motivo, ricorda di entrare sempre in possesso di tutti questi importanti fattori, prima di procedere a un eventuale acquisto.
Poiché in merito al “K-Flex” da bravi camperizzatori ci siamo preoccupati di acquisire tutte le necessarie corrispondenze, selezioniamo come categoria “Materiale personalizzato“, come tipologia “valori impostati dall’utente” e inseriamo poi tutti i dati relativi al materiale, come in figura. Nel digitare i numeri, ricorda di usare il “punto” e non la “virgola” altrimenti il programma ti restituirà immancabilmente un errore.
Completati tutti i campi, aggiungiamo il nuovo elemento cliccando ancora una volta sul pulsante: “Aggiungi strato“.
Ok! Adesso abbiamo i nostri “3” strati, “2” materiali isolanti e un terzo volume isolante dovuto all’aria presente nella nostra intercapedine.
Come ultimo strato esterno dobbiamo adesso immancabilmente riportare anche i dati in merito alla lamiera dell’auto.
Naturalmente qualora tu stessi adoperando il software per calcolare l’isolamento termico ad esempio di un tetto sollevabile, come ho fatto io nel post: “Il tetto sollevabile Parte 2“, dotato quindi di struttura finale in pregiata vetroresina, invece che di una semplice stupida latta, dovrai naturalmente inserire questi ultimi parametri al posto dei dati relativi alla lamiera.
Adesso invece procediamo regolarmente per quanto riguarda la normale carrozzeria. Selezioniamo pertanto “Metalli” come categoria e “Acciaio” come tipologia.
In realtà la lamiera dell’auto non è acciaio, ma in termini termici, come caratteristiche generali possiamo considerarla tale.
A questo punto non ti nascondo che onestamente avrei voluto selezionare “Acciaio inox“, ma se hai letto il mio post: “La vettura giusta per me“, saprai che con estremo rammarico ho dovuto prendere altre decisioni riguardo alla scelta del mezzo da camperizzare e pertanto il mio fantastico miniautocamper attuale, è fornito purtroppo di una normalissima lamiera in acciaio, come probabilmente penso anche il tuo. Quindi, in caso affermativo procedi pure anche tu nella mia stessa direzione.
Come “Massa volumetrica” impostiamo pertanto il valore suggerito, e come permeabilità al vapore mettiamo un “5” alla fine del numero.
In generale, la lamiera per la carrozzeria potrebbe avere uno spessore compreso tra “0,6” mm e “1,2” mm, ma è importante notare che ci possono essere variazioni a seconda del costruttore e del modello dell’auto. Direi comunque che a prescindere, un valore pari a “1” mm sia abbastanza realistico.
Ovviamente come descritto in merito alla vetroresina, qualora il tuo autoveicolo sia caratterizzato da una carrozzeria di diverso materiale come plastica, Kevlar o carbonio, oltre a sostituire tutti i dati specifici visti in precedenza, dovrai verificare naturalmente anche lo spessore reale.
Quindi, nel caso tu voglia trasformare il tuo “normale autoveicolo” in un minicamper unico e spettacolare, ma senza estirpare completamente la carrozzeria originale, imposta i parametri come nell’immagine che segue e procedi nel progetto.
Quello che segue, sarà il naturale risultato finale.
Adesso che abbiamo creato la parete isolante nella sua interezza, possiamo finalmente calcolare la “trasmittanza“. Per farlo ci basta cliccare semplicemente sul pulsante in fondo alla pagina recante guarda caso, la dicitura “Calcola trasmittanza“. Una volta premuto verremo trasportati in una pagina simile a quella proposta di seguito.
Quello che a noi interessa è il “Diagramma di Glaser” e in particolare l’andamento della linea relativa alla “pressione di saturazione del vapore“, di colore “Verde” e quella della “Pressione parziale” di colore “Giallo“.
Ti tranquillizzo subito informandoti del fatto che il grafico nell’esempio per quanto mi riguarda è assolutamente ottimo.
“Quello che dobbiamo evitare infatti, è che le linee presenti non si intersechino mai sulle rispettive giunzioni dei vari materiali.”
Come puoi notare tu stesso nell’esempio, i “pallini di riferimento“, “verdi e gialli“, posizionati in corrispondenza delle giunzioni non si sovrappongono mai nonostante io abbia volutamente e decisamente esagerato nell’impostare una differenza di temperatura tra interno ed esterno. Infatti se ricordi, ho preventivato un escursione termica davvero proibitiva che va da “-10°” a “+18°“.
Ovviamente il fenomeno della condensa non può essere eliminato definitivamente, ma se come viene rappresentato anche nel grafico, esso si manifesta internamente ai materiali, poiché tali elementi isolanti sono caratterizzati anche da un elevato valore di traspirazione che li rende quindi praticamente impermeabili, in mancanza di una “barriera al vapore“, il fenomeno è accettabile. Infatti in queste condizioni, le goccioline di acqua sono libere di evaporare appena le temperature lo consentono, senza per altro creare danni di alcun genere. Nella fase di progettazione grazie a questo valido software, possiamo calcolare con precisione il problema per poi ridurlo drasticamente.
Il bello poi di questo particolare programma è che puoi modificare in qualunque momento tutti i parametri. Gli spessori, le caratteristiche termiche, aumentare diminuire ed eliminare il numero degli isolanti presenti o qualunque altro dato precedentemente inserito, semplicemente tornando indietro e cliccando sui rispettivi riferimenti: “Aggiungi strato“, “modifica” o “cancella“.
Di seguito a verifica di quanto appena enunciato, una semplice variazione ottenuta eliminando velocemente l’intercapedine di aria.
Dal nuovo grafico è evidente che l’intercapedine in questo caso specifico non offre vantaggi degni di nota e pertanto predisporla non sarà affatto necessario. Ovviamente così facendo, avremo benefici anche per quanto riguarda la fase realizzativa, interessata da meno lavori da eseguire, che equivalgono a costi inferiori per l’allestimento e a una manutenzione praticamente inesistente.
Nella prossima immagine ti mostro invece, come impostando semplicemente una temperatura ambientale esterna al nostro minicamper comunque proibitiva, ma pari a “-5°“, lasciando immutati tutti i materiali utilizzati, l’effetto condensa non solo rimane sotto controllo, ma addirittura non si presenta affatto, come per altro conferma anche la scritta in verde sotto al grafico stesso.
Ovviamente come ultima analisi, nella prossima foto puoi notare che al salire della temperatura esterna, il fenomeno della condensa diventa sempre di più un lontano miraggio. A titolo puramente informativo, il grafico in esame dimostra appunto il risultato di quanto appena detto, dopo aver impostato una temperatura interna al veicolo di “30°” e una esterna ambientale di “20°“.
I MATERIALI TERMO-ISOLANTI
Adesso che hai sicuramente acquisito tutte le nozioni fondamentali e che hai realizzato nella tua mente il quadro completo, prendendo come riferimento sempre l’oramai famosa tabella di “figura 1“, analizziamo tutti i materiali isolanti disponibili che per caratteristiche e reperibilità, possono essere impiegati con ottimi risultati sui nostri autoveicoli.
Cominciando proprio da quelli elencati nella tabella comparativa e proseguendo poi, con altri meno noti, che probabilmente non hai mai nemmeno pensato di prendere in considerazione.
I PANNELLI ISOLANTI XPS
L’isolamento termico nel minicamper affinché sia ottimale, come abbiamo precedentemente già enunciato, necessita di cure particolari per ogni specifica zona dello spazio abitativo interno e non solamente quello. Ogni area infatti, dovrà essere trattata con un materiale diverso da valutare caso per caso. Tra i migliori isolanti a nostra disposizione, ci sono a mio avviso gli “XPS“, “estruso di poliestere” e i suoi derivati. I più utilizzati in assoluto e infatti largamente diffusi anche nei camper più blasonati. Sono leggeri, hanno un’alta resistenza alla compressione e non assorbono umidità. L’unico svantaggio risiede nel fatto che non sono troppo flessibili e pertanto applicarli in alcune zone dell’autoveicolo potrebbe risultare difficoltoso. Da soli però, previo un attento montaggio, riducono drasticamente la propagazione del calore per convenzione e per conduzione. Li puoi trovare facilmente nei negozi di fai da te e bricolage, in fogli o pannelli di varie misure e spessori. Assolutamente da non confondere con gli “EPS“, “espanso di poliestere“, conosciuti anche con il nome di Polistirolo. Questi ultimi infatti, hanno caratteristiche decisamente molto diverse, sono dotati di una struttura a cellule aperte e pertanto strano ma vero, assorbono vapori e liquidi. Quindi assolutamente inadatti ai nostri amati veicoli ricreativi.
Qui sotto trovi alcuni validi esempi di XPS per i tuoi possibili acquisti online. Se sono di tuo gradimento, per procedere nello shopping ti basta cliccare sulle rispettive immagini o sul pulsante con la scritta: “Vedi offerta“.
I MATERIALI FIBROSI
Gli isolanti di tipo fibroso, decisamente più traspiranti rispetto agli “XPS“, sono commercializzati in rotoli, in materassini e pannelli. Il vantaggio principale derivante da questi materiali, almeno per quelli a base di fibre sintetiche, è decisamente il prezzo. Sono infatti molto economici e al tempo stesso performanti. In campo edile i più utilizzati sono quelli a base di lana di “roccia” o di “vetro“. Possono essere per noi molto utili, soprattutto per il rivestimento di alcune strutture interne e per un utilizzo, in prevalenza nella zona abitativa posteriore dell’autoveicolo.
“Ricordi però l’argomento trattato in precedenza in merito alla tossicità?”
Ebbene, alcuni materiali di tipo fibroso, devono essere sempre isolati completamente dall’abitacolo in quanto potenzialmente soggetti a emissione di pulviscolo nocivo per le vie respiratorie. Sono esenti da questa problematica, quelli che utilizzano fibre naturali come ad esempio l’isolante che trovi di seguito a base di “lana di pecora“, ottimo sotto tutti i punti di vista tranne forse quello del prezzo di acquisto.
Se nonostante i possibili rischi, sei proprio orientato all’acquisto di un prodotto di questa tipologia, nell’impossibilità di rendere la posa in opera completamente ermetica e nell’eventualità di non voler accendere un nuovo e oneroso mutuo, ti consiglio l’acquisto di un materassino costituito da “fibra ceramica e cotone ignifugo” come quello che trovi qui sotto, completamente privo di pericoli e con caratteristiche tecniche davvero molto interessanti.
I PANNELLI TERMOACUSTICI POLIURETANICI (PUR)
Nonostante possano di fatto sembrare un argomento a parte, anche i pannelli PUR meritano comunque il diritto di entrare in questa trattazione. Infatti come accennato in precedenza, oltre alle immancabili doti per la “riduzione del rumore“, essi godono anche di altre ottime qualità, che gli conferiscono proprietà termiche sicuramente degne di rilevo.
Non sono però altresì utilizzabili in ogni zona dell’autoveicolo, in quanto troppo permeabili e quindi non idonei ad esempio, alla schermatura di portiere o del portellone posteriore. La resistenza alla diffusione del vapore “µ” infatti, ha un valore decisamente troppo basso. Ma in tutte le altre zone restanti dell’autoveicolo, essi possono essere abbinati ad esempio ad alcuni “isolanti termoriflettenti” con ottimi risultati, in sostituzione o semplicemente anche accoppiati ai pannelli “XPS“.
ISOLANTI TERMICI E TERMOACUSTICI A CELLULE CHIUSE
Per quanto riguarda gli isolanti termici a cellule chiuse, anche se per certi versi molto simili ai precedenti per dimensioni e forme, dobbiamo però specificare una grande qualità aggiunta che li contraddistingue.
“Essi hanno un alto coefficiente di traspirazione, pertanto non assorbono i liquidi e non sono soggetti quindi a ristagni di acqua o alla creazione di muffe anche se impiegati in ambienti umidi.”
Gli isolanti termici a cellule chiuse sono veramente ottimi per i nostri impieghi particolari, perché solitamente caratterizzati da una buona flessibilità e il più delle volte anche dotati di un “lato fortemente adesivo“, che ne semplifica ulteriormente la posa in opera su ogni tipologia di superficie.
“Sono elementi estremamente validi ma a volte i prezzi purtroppo sono anche importanti!”
SUGHERO TERMO-ACUSTICO
Anche i “pannelli in sughero“, come i pannelli “PUR“, offrono svariati vantaggi sia dal punto di vista termico e sia da quello acustico.
Il sughero pertanto, è in grado di isolare dal caldo, dal freddo e dal rumore, offrendo un comfort abitativo superiore, in uno spazio relativamente ridotto e quindi ottimo naturalmente anche per i nostri particolari veicoli ricreativi.
ALLUMINIO GREZZO E DERIVATI
Ok! Sono sicuro, che dopo aver letto il titolo, adesso ti starai chiedendo:
“Ma cosa centra un materiale come l’alluminio, con l’isolamento termico?”
Ebbene l’alluminio è uno tra i metalli con il valore di conducibilità termica, più elevato in assoluto. Quindi esattamente l’opposto di un qualsiasi elemento termoisolante.
È un materiale, che trasmette il calore,”3” volte più velocemente, delle lamiere che costituiscono l’abitacolo delle nostre auto.
TEORIA 4 – EFFETTO PONTE E TAGLIO TERMICO
Per svelare questo mistero e capire a fondo la sua indubbia utilità nella lotta al controllo delle temperature, è necessario approfondire ulteriormente l’argomento relativo alla trasmissione del calore. Per farlo in modo estremamente esauriente dobbiamo prendere in considerazione altri “2” importantissimi e fondamentali parametri:
- L’effetto ponte.
- Il taglio termico.
Per semplificare al massimo il concetto, diciamo che quando tra “2 corpi che possiedono una temperatura molto diversa“, interponiamo un “terzo materiale ad alta conducibilità termica“, questo farà da “ponte” al passaggio di calore, agevolando pertanto il trasferimento di temperatura e velocizzando quindi l’intero processo.
È anche altrettanto vero che interponendo tra “2 materiali ad alta conducibilità termica” un terzo “elemento isolante“, il trasferimento di calore per forza di cose si interromperà bruscamente. La conduzione termica in queste condizioni ovviamente, verrà istantaneamente “tagliata“.
Più successioni di “ponti” e di “tagli termici” saranno presenti tra le “2 superfici in oggetto” e più la trasmissione del calore sarà lenta e uniforme. Ecco spiegato il motivo del perché è assolutamente necessario abbinare diversi elementi isolanti, intervallati da altrettanti materiali ad alta conducibilità, per ottenere una buona coibentazione termica generale, di tutto l’ambiente interno.
Inoltre è bene che tu sappia che utilizzando elementi specifici ed efficienti per
“Creare una serie di ponti e di tagli, si può ottenere una significativa coibentazione anche in uno spessore decisamente ristretto.”
L’alluminio in questo senso, è il materiale migliore per una serie di validissimi motivi. Oltre alla sua “elevata conducibilità termica” è anche “leggerissimo” e facilmente adattabile a ogni tipologia di superficie.
ISOLANTI TERMORIFLETTENTI DI ALLUMINIO
I materiali termoriflettenti isolanti di alluminio, sono un esempio dell’impiego di questo particolarissimo metallo. Essi possono essere acquistati in “rotoli, o in fogli” di varie dimensioni. Nudi, grezzi, o perfino predisposti di uno speciale strato adesivo che ne facilita la messa in opera. Anche per quanto riguarda le giunzioni, il lavoro di posizionamento e di assemblaggio è tutto decisamente molto comodo ed efficiente, grazie soprattutto alla possibilità di utilizzare all’occorrenza, anche un “nastro adesivo” dello stesso materiale.
Puoi verificare quanto ho appena detto visionando il post: “Il tetto sollevabile parte 2” nel quale tratto immancabilmente anche tutte le fasi per la corretta coibentazione.
Di seguito invece, alcuni esempi di materiali impiegati principalmente nel settore dell’edilizia, e spesso utilizzati infatti per l’isolamento di termosifoni, pareti e tetti. Con il loro impiego a seconda dei casi, puoi contribuire a ridurre la dispersione di calore del tuo autoveicolo anche fino al “40%“.
ISOLANTE TERMORIFLETTENTE MULTISTRATO
L’isolante termoriflettente multistrato, utilizza proprio il principio del “Ponte/taglio termico” di cui abbiamo appena parlato, ottimizzandolo al massimo. Esso è infatti a seconda dei casi, un prodotto formato da più veli di fogli di alluminio, intervallati da strati di lane sintetiche, di pellicole in Polietilene o PVC e schiume. Tutto in uno spessore esiguo e pertanto ottimo anche per i nostri amati autoveicoli, di dimensioni ridotte.
“L’utilizzo di questo tipo di materiale, diventa a mio avviso, praticamente obbligatorio. Rasenta infatti, la perfezione.”
Da solo, rappresenta la soluzione ideale per tutte le tipologie di propagazione del calore. Pensa, che uno strato di appena “20 mm“, equivale a seconda del numero di sezioni, a “100/200 mm” di un isolante di tipo tradizionale. Oltretutto, è anche un materiale molto leggero ed estremamente modellabile. Per questo motivo è particolarmente utile nella coibentazione delle superfici vetrate, che oltretutto sono tra le principali cause di dispersione dell’intero calore esistente, nello spazio abitativo interno.
Ne approfitto per informarti che i cristalli sono fonte anche di altre diverse problematiche, legate principalmente al comfort e alla privacy. A mio avviso pertanto, meritano a prescindere un approfondimento dettagliato da parte tua per quanto riguarda l’isolamento in senso generale e in modo particolare, anche in base all’intero processo di camperizzazione.
Nell’articolo: “Trattamento delle superfici vetrate” troverai sicuramente delle utilissime informazioni su come ottimizzare questi particolari elementi sotto tutti i singoli punti di vista.
Di seguito invece, trovi alcuni esempi di materiali a base di alluminio, sicuramente adatti all’isolamento di tutte le tipologie di superfici, anche e soprattutto per quelle più impegnative. Materiali termoriflettenti davvero molto efficaci, che se abbinati ad esempio a un pannello “XPS” da “20” mm, ti consentiranno di abbattere i costi di gestione in maniera significativa e contemporaneamente anche di ottenere una coibentazione decisamente ottimale. Puoi usare questo abbinamento perfetto, in ogni parte del tuo autoveicolo, ma grazie alla sua estrema leggerezza è anche particolarmente indicato per la zona superiore del tuo miniautocamper, il delicato sottotetto.
LE SCHIUME POLIURETANICHE
Un altro elemento decisamente molto valido, che contribuisce in maniera significativa nella lotta al rumore e contemporaneamente anche alla difesa dai repentini sbalzi termici, è sicuramente lo “spray a base di schiume poliuretaniche“. Esso viene generalmente commercializzato in pratiche “bombolette pronte all’uso” dotate di un ugello incorporato. Ma personalmente, per l’applicazione ti consiglio vivamente di utilizzare un “erogatore a pistola“, come quello dell’immagine sottostante. A fronte infatti di un costo iniziale leggermente superiore, potrai successivamente trarne un sicuro vantaggio in termini economici e di tempo. Il poliuretano è ottimo sia nella fase di assemblaggio, che in quella di rifinitura. Nel passare dallo stato schiumoso a quello solido, aumenta di volume fino a “3” volte, rispetto alla quantità di partenza. E’ un materiale unico nel suo genere. Perfetto come isolante di riempimento e come collante. Solidifica generalmente in un paio di ore, ma molto dipende dalla temperatura e dal grado di umidità dell’ambiente circostante. Quelle più comuni generalmente una volta raggiunto lo stato solido, hanno la stessa identica consistenza di un pannello di XPS.
Anche in questo caso, per eventuali approfondimenti relativi alle procedure di installazione, ti consiglio la lettura dell’articolo: “La posa in opera dei materiali isolanti dell’auto“.
“ATTENZIONE! Le schiume poliuretaniche, non sono tutte uguali!”
Esistono infatti diverse tipologie simili, tra cui le schiume con “poliuretano espanso flessibile“, utilizzate per realizzare elementi di arredo e per l’isolamento acustico. Altre costituite con “poliuretano espanso rigido“, comunemente impiegate nella costruzione di pannelli isolanti di piccole dimensioni. E in fine, quelle con “poliuretano integrale“, caratterizzate da una forte resistenza e durezza, adatte quindi per la realizzazione di componenti strutturali.
Queste tipologie si differenziano in base alle proprietà del poliuretano di cui sono composte e alle relative applicazioni. Pertanto controlla sempre attentamente che il prodotto sia idoneo alla lavorazione che andrai a effettuare.
Inoltre, alcune raggiunto lo stato solido, tendono ad assorbire l’umidità, altre invece se esposte ai raggi solari degradano rapidamente. Quindi, leggi attentamente le caratteristiche ed eventualmente provale preventivamente fuori opera, per valutarne la conformità e la validità senza correre rischi inutili.
Qui sotto alcuni prodotti adatti alla quasi totalità dei nostri interventi.
CONSIDERAZIONI FINALI
Ricapitolando, un “termoriflettente multistrato“, abbinato a un “pannello isolante XPS” o “PUR“, rappresenta in linea di massima la scelta migliore per risolvere in un colpo solo tutti i problemi termici del tuo mini-camper. Nulla ti vieta però, di utilizzare materiali diversi o più specifici in zone differenti dell’autoveicolo per raggiungere un livello ulteriormente più elevato. Onestamente, come avrai certamente già compreso, questo secondo approccio è anche quello che preferisco e che ti consente di ottimizzare al massimo la resa finale. I “fogli di sughero“, la “fibra ceramica“, o altro, possono essere in determinate occasioni infatti, decisamente più performanti a parità di condizioni.
“Tu, che ne pensi? Hai competenze specifiche in materia? Hai già fatto i tuoi esperimenti e le tue esperienze?”
“Oppure, non sei ferrato sull’argomento e hai bisogno di delucidazioni in merito?”
In ogni caso, non ti preoccupare è bene che tu sappia infatti, che io sono sempre a tua completa disposizione.
Se ti va, lasciami un commento qui sotto, o guarda nella sezione “contatti” per trovare il mezzo di comunicazione più idoneo e per te più opportuno.
Prima di salutarti vorrei lasciarti una frase dello scrittore, “Victor Hugo“.
“L’isolamento, fa grandi.”
Molto probabilmente non intendeva quello di tipo “termoacustico“, ma ti assicuro che se quest’ultimo è fatto veramente bene, grande inevitabilmente ti ci fa sentire.
Grazie per avermi dedicato la Tua attenzione, spero di aver contraccambiato al tempo che hai speso su questo post, con utili consigli e informazioni per Te rilevanti.
Buon proseguimento, a presto.
Ciao, sono Lucio, Webmaster ed editor di miniautocamper.com. Oltre a lavorare sul campo, mi occupo di consulenza e formazione. Amo sporcarmi le mani per realizzare in team ogni genere di idee, ma non inizio mai nessun lavoro senza avere la certezza di un valido risultato finale. La mia esperienza a Tua completa disposizione per aiutarti a dar vita a ogni tuo progetto.
Buongiorno, bel sito! sono capitato qui perchè, a seguito di un lavoro effettuato da me sul sottotetto dell’auto mi sono imbattuto in un materiale fibroso. Questa cosa mi spaventa perchè non ho idea di che materiale sia, lo trovo ancora sul croscotto e in macchina viaggio anche coi miei figli. In pratica ho sostituito il cielo auto, per eliminare la colla che lo teneva attaccato, ho usato dei fogli abrasivi fino ad arrivare a questo materiale fibroso… spero sia fibra di vetro e non fibra ceramica, da quel che ho letto la prima e meno pericolosa della seconda. Lei ha informazioni in merito? L’auto è una lancia delta del 2009. grazie. Salvatore Di Leo
Ciao Salvatore, grazie per i complimenti.
Riguardo al tuo problema, il materiale impiegato a bordo dell’autoveicolo, non “dovrebbe” essere pericoloso, in quanto sottoposto in fase di omologazione a rigorose norme sulla sicurezza. Nell’impossibilità di rimuoverlo completamente però, ti consiglierei di applicare un collante specifico, per eliminare anche la più piccola dispersione di particelle nell’ambiente.
Se non hai già riposizionato il rivestimento finale, il prodotto della “FabroAdesivi“, è l’ideale. Per utilizzarlo come fissativo, ti basta miscelarlo con il 5-10% di solvente.
In alternativa, puoi stendere direttamente sul tessuto di finitura, un impermeabilizzante
polivalente come il “Cabrio Protect” della Hendex.
Naturalmente, con il primo metodo, avrai una maggiore garanzia di successo.
Spero di esserti stato di aiuto, resto a disposizione.
Buon lavoro, a presto. Lucio
Buonasera, sono incappato per caso in questa pagina perché alla ricerca di una soluzione quindi approfitto volentieri di un suo parere in merito. Vorrei isolare termicamente un tettino in VTR di un fuoristrada al momento sprovvisto di tutto. Pensavo di usare l’aerogel e, considerando i costi, vorrei essere sicuro della mia scelta, ma se lei pensa di avere altre soluzioni valide ne sarei felice. Non vorrei superare uno spessore di 10/15mm e comunque respirare polveri nel tempo, tant’è che vorrei accoppiarci, leggi incollarci, anche un telo protettivo, sia esso per auto o similiari. L’unica considerazione che al momento mi preoccupa, oltre al degrado dei materiali che inalerei, è il peso che dovrebbe essere il più contenuto possibile perché vibrazioni ne subirebbe molte visto l’uso a cui saltuariamente viene destinato. Sono stato prolisso e mi scuso. La ringrazio comunque per la disponibilità
Ciao Fabio, Benvenuto su miniAutocamper. Per risolvere il tuo problema ti consiglio la lettura degli articoli riguardanti la realizzazione del tetto in VTR. Li trovi all’interno della categoria: “Lavori e tutorials“. In particolare, nel post: “Il tetto sollevabile (Parte 2)“, Tratto fra le altre cose, anche l’isolamento termo-acustico di questo particolare e utilissimo accessorio. Ti anticipo, che abbinando nell’ordine: “un pannello termo-isolante di XPS“, “una stuoia fono-assorbente” e “un tessuto multistrato termo-riflettente“, puoi ottenere un elevato grado di isolamento generale, rimanendo abbondantemente entro i limiti dei 10/15 cm che ti sei prefissato. Presta attenzione però, perchè a differenza di quanto mostrato nel post, dovrai necessariamente posizionare i vari materiali, seguendo un ordine inverso, dal momento che sarai costretto ad intervenire dall’interno dell’abitacolo. Il risultato finale è comunque il medesimo. A mio avviso, a differenza di una coibentazione mediante aerogel, questa soluzione è davvero valida e decisamente molto più economica. Per ulteriori chiarimenti in merito, o per qualunque altra tua necessità, resto a tua disposizione. Buona continuazione, a presto. Lucio
Buongiorno a lei e grazie per la celere risposta. Sto vedendo in maniera più approfondita, ma, il mio problema è differente, per citare una pubblicità: lo spessore non è in cm ma in mm, quindi parliamo da un minimo di 10 ad un massimo di 15, il tettino è fisso ma questo vuol dire poco ai fini della richiesta, ecco perché avevo puntato come soluzione il costoso aerogel purtroppo, perché avevo capito essere l’unica soluzione disponibile. Sono vincolato da questi numeri perché poi ci sono le centine (2) che sorreggono lo stesso tettino
Nonostante le innegabili qualità dell’areogel, soprattutto in termini di conducibilità termica (λ), che sfiora valori nell’ordine di “0.015 W/mK” per ogni 10 mm di spessore, personalmente non amo molto utilizzare questo specifico materiale. A parte l’elevato costo iniziale, infatti, non credo sia l’ideale per l’impiego sugli autoveicoli, soprattutto per le sollecitazioni meccaniche a cui essi sono continuamente e inevitabilmente sottoposti. Per questo motivo, in precedenza, avevo consigliato l’impiego di un semplice “isolante termoriflettente multistrato“. Decisamente più leggero, meccanicamente resistente, di facile montaggio, all’occorrenza comprimibile e privo di controindicazioni di rilievo. Installandolo tra le due centine, è possibile colmare il dislivello, per poi livellare ulteriormente l’intera superfice, mediante l’utilizzo della “stuoia fonoassorbente da 5 mm“. Considerato l’esiguo spazio a disposizione, questo livello di allestimento potrebbe bastare, garantendo comunque degli ottimi risultati. Al fine di realizzare però un isolamento termoacustico ottimale, io valuterei di sacrificare anche un poco di spazio extra, per rivestire con cura l’intera superfice, (centine comprese) con dei performanti “pannelli di xps“.