IL TETTO SOLLEVABILE (PARTE 3)
“Il tetto sollevabile (parte 3)“, è l’ultima fase lavorativa, che ti consente di trasformare il tuo autoveicolo, in un perfetto “miniAutocamper“.
Negli articoli: “Il tetto sollevabile (parte 1)” e “parte 2“, ti ho mostrato come creare l’intera struttura, partendo da zero.
In questo ultimo step, invece, ti parlo di come realizzare il telo di copertura. Qui, Infatti, trovi tutte le informazioni relative ai tessuti più idonei per il tuo progetto. Le diverse tipologie e le caratteristiche che li distinguono. Ti spiego i parametri per valutarne la qualità, senza tralasciare gli accessori e i materiali di complemento necessari.
Ti mostro come reperire il tessuto di tuo interesse e il metodo per calcolarne la quantità utile necessaria. In questa sezione, trovi naturalmente, anche una tecnica costruttiva semplice, che ti consente con il minimo sforzo, di ottenere un prodotto di alto livello.
Nel dettaglio, tratterò:
- Come scegliere il tessuto migliore. Differenze tra tessuti naturali e membrane. I parametri principali per valutarne le caratteristiche e dove acquistarli.
- Attrezzature e materiali di complemento. Tutto il necessario per confezionare un telo funzionale e resistente.
- Procedimento costruttivo del tetto sollevabile (Parte 3). Guida passo passo, alla realizzazione.
- Cura e mantenimento. Informazioni utili per mantenere il tuo telo di rivestimento sempre efficiente e funzionale.
COME SCEGLIERE IL TESSUTO MIGLIORE
La qualità di un particolare tipo di tessuto dipende da diversi fattori, più o meno rilevanti, in base al tipo di utilizzo che ne vogliamo fare. Ma, in particolare, i “3” elementi principali, di cui tener conto, sono:
- Peso/resistenza.
- Traspirabilità.
- Impermeabilità.
Naturalmente, come ti mostrerò in seguito, ci sono anche altri fattori che ne determinano la qualità, ma quelli che ti ho elencato qui sopra sono decisamente fondamentali per poter fare una prima valutazione.
LA RELAZIONE TRA PESO E RESISTENZA
Il “peso del tessuto“, solitamente viene espresso in grammi per metro quadrato, “g/m²“, o sapendo l’altezza della bobina, “rotolo“, in grammi per metro lineare, “g/m“.
La “resistenza alla trazione” è un altra caratteristica da tenere in considerazione. Il parametro di riferimento, “carico di rottura“, si ottiene sottoponendo a trazione, appunto, una striscia larga “2” cm e lunga “20” cm. La forza, viene applicata, sia nel senso dell’ordito, “nel verso della lunghezza“, che della trama, “nel verso dell’altezza“.
Il carico di rottura, non dipende solamente dalla tipologia del materiale impiegato. Infatti, entrano in gioco, anche altri fattori. Fondamentale, è il modo in cui sono intersecati i fili e le strutture che ne derivano, “armature“. Anche il processo di tintura e le specifiche del colorante utilizzato, influiscono su tale parametro. Ma soprattutto, è il “trattamento di finissaggio“, che può fare decisamente, la differenza.
Spesso purtroppo, è difficile che un produttore fornisca il carico di rottura o le tipologie usate nei processi di tintura o finissaggio, quindi dobbiamo fare affidamento sul fatto che, la resistenza di un tessuto è in linea di massima, proporzionale al suo peso. Naturalmente, per quanto ti ho appena descritto, ricordati che un tessuto di maggior spessore, non significa necessariamente, che sia più resistente di un altro più sottile, proprio per il numero di variabili che entrano in gioco.
LA TRASPIRABILITA’
I grammi di vapore acqueo, che oltrepassano un metro quadrato di tessuto, in “24” ore, definiscono il fattore di “traspirabilità” di un tessuto. Questo parametro, può quindi, essere espresso in grammi “g“, ma solitamente si preferisce fare riferimento alla scala “RET“. “Resistance to Evaporative Heat Transfer“. Resistenza al trasferimento di calore. Più è basso il valore e maggiore sarà il grado di traspirabilità.
Qui sotto, i valori di riferimento, “RET“, secondo la normativa:
- 0-6: Molto buono ed estremamente traspirante.
- 6-13: Buono e molto traspirante.
- 13-20: Soddisfacente e traspirante.
- 20-30: Insoddisfacente e leggermente traspirante.
- 30+: Insoddisfacente e non traspirante.
“Nella valutazione del RET, tieni presente, che in condizioni molto fredde e secche, un tetto sollevabile fatto con un tessuto super traspirante può portare ad una eccessiva perdita di calore”
L‘IMPERMEABILITA’
“L’impermeabilità” di un tessuto è definita dalla “Colonna D’acqua“. Essa, si misura mettendo il tessuto, sotto una colonna d’acqua, appunto e aggiungendo liquido, fino a quando il tessuto non cede e lo lascia passare, bagnandosi da parte a parte. La misura è in millimetri. Quindi, se il valore è di “4000” mm, significa che il tessuto, resiste alla pressione di una colonna d’acqua di “4” metri. Più alto è il numero, più il tessuto, è impermeabile.
Pertanto, in teoria, se dovessimo trovarci al centro di un nubifragio, ipotizzando una precipitazione di “30” mm/h, con il nostro tessuto di “4000” mm di colonna d’acqua, avremo:
4000 : 30 = 133.33333
“Idealmente, rimarremo all’asciutto per circa 133 ore!”
Idealmente. Infatti, in realtà, dobbiamo tener conto di altri fattori, come ad esempio: la temperatura, il vento, o l’angolazione del telo, che evita l’accumulo di acqua.
In fase di lavorazione, l’impermeabilità di un tessuto, è ottenuta mediante:
- Utilizzo di filati in materiale idrofobo.
- Trattamento con sostanze idrorepellenti.
- Impregnanti in grado di sigillare i pori del materiale.
- Uso di un materiale privo di porosità.
Fai molta attenzione a non confondere un tessuto impermeabile, “Waterproof“, con un materiale idrorepellente, “Water Repellent“. Quest’ultimo, infatti, è solamente trattato, per facilitare lo scorrimento dell’acqua sulla sua superficie, “trattamento di finissaggio” e “non” è, assolutamente, altrettanto efficace, come un materiale impermeabile.
In generale, un tessuto, è da ritenersi “impermeabile“, quando la colonna supera i “1300” mm. Altrimenti, per valori inferiori, il tessuto, è solamente “idrorepellente“. Usa la tabella qui sotto, come riferimento:
- Solamente impermeabile. Resiste a una pressione superiore a “20.000” mm.
- Impermeabile e traspirante . Resiste a una pressione superiore a “1300” mm.
- Idrorepellente e traspirante . Resiste a una pressione compresa tra “400 e 1300” mm.
Adesso, sicuramente, ti starai chiedendo perchè mai, dovrebbe interessarci un tessuto traspirante. Penserai, che, se il prodotto è “altamente” impermeabile siamo a posto. Ebbene, pensa per un attimo, di “soggiornare” all’interno del tuo autoveicolo, in inverno, durante la notte e con il riscaldamento acceso. La condensa sui vetri, farà si, che l’umidità all’interno, raggiunga livelli esagerati. Pensa, alla sgradevole sensazione di bagnato, sorvolando poi, su possibili allergie, raffreddori, infezioni… L’unico modo, per risolvere il problema, è l’apertura di un finestrino! Così facendo però, creerai un passaggio al vento e alla pioggia. Se scegli, invece, il tuo tessuto per il tetto sollevabile, in modo appropriato, sarà lui, a creare il microclima più adatto. Tu dovrai solo preoccuparti di regolare la giusta temperatura interna.
Ancora una volta, come avrai oramai appreso, è fondamentale, prima di iniziare i lavori… pianificare. Ti ricordo, che a tal proposito, nell’articolo: “Come realizzare un piano di lavoro“, ti do, tutte le dritte necessarie, per valutare ogni singolo punto. Potrai decidere, come in questo caso per esempio, se utilizzare un tessuto traspirante, o in alternativa, abbinare un tessuto in nylon, o una cerata in gomma, ad una bella griglia di areazione.
Adesso, che sai quali sono i principali parametri, per valutare un tessuto, proseguiamo con una rapida carrellata sui tessuti più utilizzati in quest’ambito. Successivamente, vedremo quali sono gli altri importanti fattori, da prendere in considerazione.
Il cotone impermeabile, offre sicuramente diversi vantaggi. Primo tra tutti: il prezzo. E’ infatti decisamente più economico dei tessuti, così detti, “tecnici“. E’ naturale, facilmente rinnovabile e riparabile. A volte, la sua composizione, ha una percentuale di canapa, per contenere i costi di acquisto. Nella tua valutazione, però, è bene ricordare, che il tessuto in cotone in se, è altamente traspirante e assolutamente, “non impermeabile” o idrorepellente. Quindi, il prodotto che acquisterai dipenderà molto, anzi totalmente, dal “trattamento di finissaggio“, effettuato in fase di fabbricazione. Valuta sempre con mano, prima di procedere all’acquisto.
“Tieni presente, che per un prodotto in cotone, adatto alle nostre esigenze, il “peso” consigliato di riferimento è di circa: 300/350 G/M², e il suo valore di colonna d’acqua, non deve essere inferiore ai 3.000mm, (di più è meglio)”
I MATERIALI ALTERNATIVI
Di seguito, di mostro alcune valide alternative al tessuto tradizionale. Tieni presente, che questo settore, è comunque sempre in movimento e le novità sono all’ordine del giorno.
In generale, l’alternativa ai tessuti naturali, è costituita dai tessuti sintetici, “le membrane“. Quando si pensa ad un prodotto impermeabile e traspirante, il primo che viene in mente è sicuramente il “Gore-Tex®“. Di seguito, ti fornirò tutte le informazioni necessarie, su questo e su altre tipologie di materiali, per poter fare le tue scelte in modo appropriato.
IL GORE-TEX
Il “Gore-Tex®“, è una membrana completamente impermeabile e traspirante.
Inizialmente sviluppato e utilizzato nelle attività aerospaziali e successivamente, impiegato in ogni settore, per le sue elevate proprietà. E’ costituito, da “una membrana molto sottile, dotata di moltissimi micro-pori“, talmente piccoli, da rendere impossibile il passaggio dell’acqua nel tessuto. I micro-pori, seppur di dimensioni molto ridotte, restano comunque più grandi del vapore acqueo, permettendo dunque la traspirazione. Infatti, la loro dimensione è di circa
“20.000 volte minore di una goccia d’acqua, ma 700 volte più grande di una molecola di vapore acqueo.”
Mettiti comodo e guarda il video che segue.
LA MEMBRANA TEXIT
Il “Texit“, è una membrana, simile al GoreTex. E’ però, un prodotto “tutto italiano“. Nello specifico, è dotato di pori, diecimila volte più piccoli di una goccia d’acqua, ma, anche in questo caso, abbastanza grandi grandi, da lasciar traspirare il vapore acqueo. “Alcune versioni, sono capaci di sopportare una colonna d’acqua di oltre 10.000 mm“, che come hai visto, è un risultato altissimo. Questo tessuto sintetico, è leggermente più grosso e pesante rispetto al Gore-tex, ma è davvero formidabile. La stessa Ferrino, leader, nella produzione di accessori per il campeggio, lo utilizza per i suoi prodotti di alto livello, che sono adatti ad ogni situazione meteo. E’ un esempio, la tenda “mono-telo, Maverick“. Il Texit impiegato in questo caso specifico, se non erro, ha un parametro di colonna d’acqua, di “4000” mm e ripara benissimo in ogni condizione.
SYMPA TEX
Un’altra valida alternativa al Gore-tex, è senza ombra di dubbio, “SympaTex®“. A differenza di tutti gli altri materiali che adottano membrane microporose, in grado di bloccare il passaggio dell’acqua, ma non quello dell’aria, il Sympatex, utilizza una “membrana continua idrofila“, la cui caratteristica principale è la “completa assenza di pori.”
La traspirazione, utilizza il “processo di assorbimento“. Il tessuto, infatti, sfrutta la sua alta capacità di raccogliere e trasportare l’umidità in superficie, dove successivamente evapora e si disperde nell’ambiente.
E’ un materiale con le seguenti caratteristiche:
- 100 % impermeabile all’acqua.
- 100 % impermeabile al vento.
- Traspirante in maniera ottimale.
- Durevole.
- Regolazione dinamica del clima.
- Membrana estremamente sottile, elastica e non porosa.
- Estremamente resistente all’usura.
Anche in questo caso, il video che segue, ti fornirà le informazioni di cui hai bisogno.
NANOTEX
Un argomento a parte, è il tessuto naturale o sintetico, trattato con un procedimento Nanotex.
“Nanotex” è un’azienda fondata nel “1998” e oggi leader mondiale nell’innovazione dei tessuti. Si occupa dei miglioramenti tessili basati sulle “nanotecnologie.”
La Nanotex, è stata la prima azienda ad applicare la nanotecnologia ai tessuti, ed è lei a stabilire gli standard del settore. Il processo che applicano, trasforma le strutture molecolari delle fibre e crea tessuti che offrono prestazioni e comfort senza pari. Lavorando su nano-scala, i loro processi tessili, offrono incredibili miglioramenti funzionali senza cambiare le caratteristiche originali del tessuto, come mano e drappeggio. Il processo impermeabilizzante “Aquapel ™“, si lega al tessuto a livello molecolare, facendo si che la durata nel tempo dei prodotti cosi generati, sia elevatissima.
Nel video qui sotto, puoi vedere le caratteristiche, che tale trattamento conferisce al tessuto.
DRALON E AIRTEX
In ultima analisi, vediamo altri “2” tessuti tecnici, a mio avviso veramente validi. Sono impiegati maggiormente nel settore nautico, per la produzione di rivestimenti, tendalini e per ogni altra tipologia di coperture in genere.
Questi prodotti, sono anche i più utilizzati in assoluto, dai produttori delle tende da tetto, che per morfologia e tipologia di utilizzo, si avvicinano decisamente molto, al tetto sollevabile. A tal proposito, ti informo che qualora tu volessi installare la tua “zona notte“, sul tetto del tuo autoveicolo, la lettura: “Tende da tetto per auto“, ti fornirà degli ottimi spunti.
Ma torniamo adesso a parlare dei tessuti tecnici. Cominciamo parlando di “Airtex“. Si tratta in definitiva, di una composizione di “100% poliestere”, spalmato da una parte con una speciale resina acrilica, che lo rende impermeabile e idrorepellente.
E’ caratterizzato da una elevata protezione e resistenza alle esposizioni, ai raggi UV ed agli agenti corrosivi marini. Quindi anche in ipotetici pernottamenti in riva al mare, nessun problema derivante dalla salsedine o altro.
E’ caratterizzato da un peso di “180-200” g/m², ottima traspirabilità, ottima resistenza allo strappo, alla luce, e dotato in oltre di un’elevata solidità del colore.
Molto simile per caratteristiche, al tessuto appena visto, è il “Dralon“. Rispetto al precedente, è leggermente più pesante, “250-300” g/m² e decisamente più traspirante. Eccellente sotto tutti i punti di vista.
“Di seguito un paio di video che valgono più di “1000” parole!”
ATTREZZATURE E MATERIALI DI COMPLEMENTO
All’inizio, ti ho detto che in questo articolo, “il tetto sollevabile (parte 3)“, ti avrei mostrato come ho realizzato il telo di copertura. Ebbene, prima di passare alla parte pratica, vorrei parlarti dei prodotti necessari, per la realizzazione del tuo progetto. Ti serviranno, infatti:
- Una buona macchina per cucire, meglio se portatile e non troppo complicata.
- Kit per cucito, con gli accessori fondamentali.
- Righello universale, per creare il modello.
- Filo 100% poliestere del colore adatto.
- Cerniere divisibili, a doppio cursore.
- Nastro di tenuta resistente all’acqua.
- Tessuto per zanzariera, poliestere.
- Cordino di gomma, da “3” mm di diametro.
- Nastro di carta, con un altezza di “15” mm.
- Corda elastica, da “3” mm di diametro.
- Pannello termico, per l’applicazione del nastro di tenuta.
La prima cosa assolutamente necessaria, è una buona macchina per cucire. Io personalmente utilizzo una Pfaff. L’ho presa usata e portata a nuova vita attraverso una revisione completa e un “upgrade” leggero… E’ una macchina semplice e funzionale. Praticamente indistruttibile. Ma il prezzo e gli ingombri, sono altrettanto “importanti“. Il consiglio che mi sento di darti però, è di non puntare su prodotti costosi e complicati, soprattutto se sei alle prime esperienze. Se non hai già una valida alternativa, una macchina semplice e molto valida, anche per “lavoretti” come il nostro, è il modello che ti propongo qui sotto. E ‘professionale e al tempo stesso, compatta ed estremamente facile da usare. Il trasporto del tessuto è davvero molto buono e con qualche accorgimento non avrai nessun tipo di problema.
Ancor prima di cucire, ti serviranno alcuni strumenti, per poter misurare, segnare, tagliare, e puntare il tessuto. Un “kit per il cucito” e un “righello universale“, ti forniranno tutto quello di cui hai bisogno.
Anche il “filo” che userai, è importante almeno quanto la macchina da cucire e il tessuto che utilizzerai. In questo caso però, secondo me, è inutile mostrarti le varie alternative. Per lavori “duri“, ci vuole un “duro filo“. A mio avviso, l’unica soluzione possibile, è il “poliestere 100%“.
Per quanto riguarda le “cerniere“, il discorso è un po’ diverso. Infatti, hai a disposizione valide alternative. Io, ad esempio, preferisco utilizzare sempre “zip” di tipo divisibile, di materiale plastico e con doppio cursore. Molto funzionali.
Se, come credo, sei intenzionato a fare sonni tranquilli e asciutti, sicuramente vorrai eliminare tutte le possibili infiltrazioni di acqua dal tuo telo. Poichè la prudenza non è mai troppa, ti consiglio di predisporre su tutte le cuciture, il “nastro di tenuta“. Sui tessuti naturali, puoi anche utilizzare un “prodotto con uretano“, a base acquosa. Il risultato, dipende molto però, dalla tipologia del tessuto. In generale, su quelli sintetici, onestamente, un prodotto di questo tipo, non fa miracoli. Il nastro, per me, è sicuramente più valido. Applicarlo è davvero semplice, in seguito, ti mostro tutto il procedimento e un piccolo trucco, per ottenere un risultato impeccabile.
Altro elemento importante per la realizzazione del telo di rivestimento, è il “tessuto per zanzariere“. Anche in questo caso, per le caratteristiche meccaniche e la durata nel tempo, acquista un prodotto rigorosamente di poliestere “100%“.
Ti consiglio, infine, di munirti di un “nastro di carta“, di un “cordino di gomma“, di una “bobina di corda elastica” e di un rotolo di “materiale termico“. Non ti preoccupare, più avanti, ti mostro come utilizzare questo materiale, nel modo più appropriato.
PROCEDIMENTO COSTRUTTIVO DEL TETTO SOLLEVABILE
(PARTE 3)
Ok. Ora, è arrivato finalmente, il momento di descrivere la parte pratica e costruttiva, che mi ha permesso di realizzare il mio telo di rivestimento. Tecnica, che puoi tranquillamente replicare, naturalmente, per terminare anche tu il tuo progetto, mettendoti al riparo da ogni errore di percorso.
LE MIE SCELTE
Ti ho informato sul fatto che per realizzare il nostro lavoro, abbiamo bisogno di alcuni materiali, adesso è arrivato il momento di mostrarti quelli che io, ho scelto e usato. Come al solito, se vuoi acquistarli, ti basta semplicemente cliccare sulle immagini qui sotto.
Per quanto riguarda la scelta del “tessuto“, girovagando su “Amazon“, che ti ricordo essere un marketplace assolutamente fantastico, ho trovato un prodotto che ha stuzzicato la mia curiosità.
Colgo l’occasione per ricordarti che, se vuoi vedere come è semplice acquistare in tutta serenità, nell’articolo: “Fare acquisti su Amazon“, ti spiego, dettagliatamente tutti i passaggi.
Ma torniamo a noi. Amazon, tra le altre cose, offre la possibilità di contattare i fornitori di un prodotto, velocemente e con la massima trasparenza. Così, ho mandato una e-mail alla ditta: “Aktivstoffe“, che utilizza per i suoi prodotti il processo, “Aquapel by Nanotex“.
Mi hanno mandato gentilmente dei campioni, che ho potuto testare con mano, di un prodotto in particolare, il…
Con questo materiale ho realizzato il mio primo telo, che purtroppo, per cause tutt’altro che naturali, è stato caratterizzato da una vita, decisamente molto breve. Per la serie. . .
“tutto quello che succede, accade sempre per un motivo,”
ho valutato che il particolare imprevisto, poteva servire per prendere in considerazione, un diverso materiale. Mi sono allora orientato su quelli pluritestati e utilizzati, dalla ditta “Autohome“. Dopo una attenta valutazione, ho optato per il “Dralon“. Onestamente, per i nostri scopi, è perfetto. Rispetto al Nanotex, risente molto meno del vento e almeno al tatto, da la senzazione di una maggiore consistenza. Non presenta pieghe e può essere riposto, anche bagnato. Dopo diverse uscite in condizioni al limite, è ancora semplicemente perfetto.
“Credo onestamente, che per il rapporto qualità/prezzo, sia al momento l’opzione migliore”.
REALIZZIAMO IL MODELLO
Guarda la “GIF” qui sotto, armati di “metro” e prendi le misure, direttamente in opera. Annota tutte le quote relative alle linee rosse, “N°1“.
Sull’intero perimetro del telo, dovrai effettuare delle rifiniture di rinforzo, nel modo che ti mostrerò in seguito. Ma, di fatto, le cuciture a rischio infiltrazione di acqua, sono solamente “2“. Quella di giunzione del telo, “2″, di appena “10” cm e quella per l’apertura e il posizionamento della zanzariera. “3“.
Come puoi vedere nell’immagine, il telo, si compone di “un solo pezzo“, che costituisce le tre sezioni principali. “A“, “B” e “C“. In fase di progetto, ho preferito, infatti, semplificare al massimo il processo di realizzazione. Per lo stesso motivo, ho previsto una sola apertura posteriore.
“Semplicità = meno lavoro e meno rischi”
Dal modello visibile nella foto qui sotto, puoi notare, che per realizzare l’intero telo, bastano poco meno di “5,5” m di tessuto. Ti ricordo che l’altezza massima di apertura del tetto sollevabile, fissata in fase progettuale, è pari a “110” cm. Considera però che nel modello sono riportate le misure “effettive“. Ma, come puoi notare sull’intero perimetro c’è del materiale eccedente.
“Alle misure effettive, infatti, (linea rossa), prima del taglio, devi aggiungere “4 cm”, di tessuto, (spazio compreso tra le linee rosse e quelle gialle). Questi centimetri serviranno per rifinire i bordi nel modo che vedremo più avanti.”
Oltre alla rifinitura dei bordi, dovrai unire i due lembi tramite la cucitura evidenziata in figura, dal “N°2“. Il telo, come ti accennavo, ha solamente due possibili punti di infiltrazione. Su entrambi, dovrai applicare successivamente il “nastro di tenuta“. Oltre alla “N°2“, L’altra zona interessata, è quella evidenziata dal “N°3“. In particolare, ho previsto, una cerniera per apertura/chiusura, zanzariera e una seconda, per apertura/chiusura, telo.
Nella foto qui sotto, puoi vedere il modello, del telo, per il tetto sollevabile.
Dopo aver misurato in opera e riportato tutte le misure sul tessuto, il tuo modello è pronto. Lungo la linea di taglio gialla, “N°4“, predisponi il nastro di carta. In particolare, deve essere posizionato tra la riga gialla e quella di colore rosso, “N°1“.
Il nastro ti servirà per delimitare la riga di taglio e successivamente, per facilitare la cucitura.
“Prima di tagliare, ricontrolla sempre, che tutte le misure reali coincidano con quelle riportate sul modello”
E’ arrivato il momento di “darci un taglio“. Segui il nastro, lungo le linee gialle, “N°4“, sul perimetro. Taglia anche, in corrispondenza del riferimento dello stesso colore, situato nella sezione “B“, per creare la giusta apertura di “46” cm di larghezza, come da disegno.
Fatto? ok! Passiamo adesso alla fase di cucitura.
LA FASE DI CUCITURA
Se sei alla tua prima esperienza con una macchina da cucire, ti suggerisco di prenderti un po’ di tempo e leggere questa semplice guida: “Come usare una macchina da cucire“.
Pronto? Iniziamo dalle cuciture perimetrali. Come puoi notare nella foto sottostante, per evitare lo sfilacciamento e garantire una perfetta tenuta alla trazione, le cuciture perimetrali andranno fatte, aggiungendo un particolare. Il cordino di gomma da “3” mm.
Prima di unire i due lembi di tessuto mediante cucitura, ti consiglio di marcare il nastro di carta, con una penna biro. In questo modo, potrai seguire delle linee guida e tutto sarà più semplice.
Prendi come esempio, la foto qui sotto.
Per ogni bordo, effettua”3” cuciture parallele, distanti circa “3” mm.
“approfittane per fare pratica!”
Perchè, queste prime cuciture, devono essere “resistenti“. Ma in questo caso, non importa, che siano anche perfette e belle da vedere. Infatti, come puoi notare nella foto che segue, in una fase successiva, saranno coperte da un profilo di alluminio. Fissato al telaio tramite “viti auto-foranti“, garantirà la giusta tenuta, grazie anche al bordo del tessuto, maggiorato dal “cordino di gomma“.
Terminate le cuciture perimetrali, passiamo alla realizzazione della finestra del telo. Qui, il lavoro, diventa un pochino più complicato, ma, sicuramente, a questo punto, avrai già accumulato una discreta manualità…
ANDIAMO PER GRADI…
Nell’immagine qui sopra, puoi notare che sul telo “N°1“, in corrispondenza del taglio, che hai fatto in precedenza, “riga gialla, sezione B“, dovrai applicare la cerniera, “N°2“. Successivamente, predisporre una striscia di tessuto “N°3“, per applicare una seconda cerniera “N°4“, per l’apertura e la chiusura della zanzariera “N°5“. A protezione dal vento, in oltre, sulla parte esterna dovrai applicare una seconda striscia di tessuto, “N°6“, all’interno della quale, posizionerai un elastico tubolare. In fine, potrai terminare il lavoro, applicando il nastro di tenuta, termosaldabile, “N°7“, e “N°8“.
In realtà, nell’immagine che segue, ti mostrerò anche come fissare la parte inferiore della zanzariera e come rifinire la base della prima cerniera. Tra un attimo, ti spiegherò anche, come fissare “4 piccoli elastici” decisamente molto utili.
Come prima cosa, risvolta il tessuto “N°1“, in modo che la parte piegata sia larga circa “1” centimetro. Predisponi quindi, la prima cerniera sul tessuto. Ricorda, che il risvolto del tessuto, deve rimanere nella parte interna. Anche il cursore della zip, deve rimanere sul lato interno. Anche in questo caso, ti consiglio di applicare su entrambi i lati, il nastro di carta, che faciliterà lo scorrimento e ti consentirà come per le cuciture perimetrali, di marcare le linee da seguire nella fase di cucitura. Ricorda, in oltre, che le cerniere lampo vanno cucite “chiuse“. Quindi, mi raccomando, non separare le due metà! Ultima nota. Lascia lo spazio necessario, tra i bordi del tessuto, affinchè il cursore possa muoversi liberamente, senza interferire, onde evitare inceppamenti e usure premature.
Effettuata la cucitura sulla zip, dal lato finestra, procedi alla realizzazione della striscia di tessuto, alla quale collegare la seconda cerniera. Le zip che ho utilizzato, sono larghe “3” cm, quindi, il tessuto “finito“, deve essere almeno della stessa larghezza. Considerando “1” cm per il bordo:
Larghezza = misura finita + 1 cm + 1 cm
Quindi, almeno “5” cm, in totale. Anche in questo caso, posiziona tutti gli elementi nel modo giusto, applica il nastro di carta, marca le linee e… cuci come da foto.
Procedi con la stessa tecnica, ed applica la seconda cerniera.
Misura con attenzione, lo spazio utile per la zanzariera, aggiungi i “2” cm per i bordi, taglia e cuci.
Ok, il più grosso è stato fatto!
Adesso è giunto il momento di dedicarsi alle rifiniture.
Ritaglia un triangolo di tessuto come in figura, prendendo le misure, direttamente sul telo. Ripiega i bordi e posizionalo esternamente con i risvolti verso l’interno. Effettua le cuciture dalla parte esterna, prestando molta attenzione anche all’aspetto estetico, perchè a differenza di quelle fatte fino adesso, infatti, queste saranno visibili dall’esterno.
Per lo stesso motivo, anche le cuciture che fissano la zanzariera, nella parte bassa, vanno eseguite dal lato esterno. Ricordi, poco fa, ti avevo accennato di “4 piccoli elastici“.
Ebbene, sulla cucitura orizzontale della zanzariera, devi fissare due spezzoni di elastico, lunghi circa”15” cm, distanti tra loro, una cinquantina di centimetri. E negli stessi punti, altri “2“, sul lato esterno. Serviranno, per riporre il telo della finestra e la zanzariera, in fase di apertura.
Adesso realizza l’ultima strisciolina di tessuto, “N°6“, per rifinire il lavoro sul lato esterno. La larghezza, deve permettere di ricoprire completamente la cerniera. Ti consiglio, una misura finita, di “5” cm, ai quali dovrai aggiungere, oltre ai “2” cm per i bordi, “1” cm di tessuto, per avere lo spazio necessario, all’inserimento del cordoncino elastico. Quest’ultimo, infatti, deve poter scorrere liberamente al suo interno.
Procedi alla cucitura, in prossimità del cordino e a quella sottostante. Successivamente, posiziona esternamente, la striscia di tessuto, ed effettua la cucitura sulla parte opposta. Ripassa le cuciture alla base, “N°6“, fissandola al telo “N°1” e avendo cura, di mettere in tensione, il cordino elastico.
Il telo è finito!
Adesso, rimane solo da posizionare, il nastro di tenuta termosaldabile, per garantire l’impermeabilità delle cuciture.
Per applicarlo, ti basta utilizzare il ferro da stiro e poche semplici regole.
- Regola il ferro da stiro, ad una temperatura “medio/alta“.
- Distendi bene, la parte di tessuto da trattare.
- Applica il nastro, senza tagliarlo, per una ventina di centimetri.
- Ritaglia due pezzi di pannello termoisolante, larghi circa “20” cm e lunghi “30“. Posizionali, adiacenti al nastro, da entrambi i lati.
- Su tutta la superficie da trattare, stendi un fazzoletto, o un tessuto molto fine, in puro cotone.
- Passa con il ferro da stiro, sul nastro, esercitando una leggera pressione e soffermandoti per circa “20/30” secondi, sulla parte interessata.
Aspetta che il nastro raffreddi e verifica la tenuta. Eventualmente, ripeti il trattamento, per il tempo necessario al raggiungimento del risultato ottimale.
“Applica queste regole, la prima volta, sempre su un pezzo di tessuto di scarto, dello stesso tipo, che andrai a utilizzare, per metterti al riparo da brutte sorprese”.
INSTALLAZIONE DEL TELO
Prepariamo adesso, le “8” barre necessarie, per fissare il telo in posizione. Nell’articolo: “Il tetto sollevabile (parte 1)“, c’è un immagine, che mostra i componenti costitutivi del tetto sollevabile. Per comodità, la riporto qui sotto. Noterai, che i profili contrassegnati dal “N° 17“, non hanno lunghezze definite. Ebbene, ora, è il momento di determinarle.
Inizia, con il prendere le misure interne del telaio mobile e del contro telaio. Comincia dai lati lunghi, identificati dai numeri, “1” e “2“.
Ti ricordo, in particolare, che queste traverse presentano delle curvature che non puoi riprodurre con le barre piatte. Dovrai quindi, realizzare “2” pezzi, per ogni lato.
“Prima di procedere al taglio, ricorda di sottrarre alla misura finita, “6” mm. Questo, ti consentirà un istallazione migliore, evitando di lacerare il tessuto durante la fase di montaggio”.
Procedi successivamente, alla realizzazione delle barre per i lati corti,
numeri “2“, “4“, “15“, “16“.
Alla misura finita. in questo caso, oltre ai “6” mm dovrai sottrarre altri “4” mm, per lo spessore delle barre laterali.
Ora che hai tutti i pezzi necessari, “12” in totale, è il momento di predisporre i fori, per le viti autofilettanti. Ti consiglio, di farli equidistanti e con una distanza non superiore ai “15” cm. Riporta la posizione dei punti di ancoraggio, dei pistoni a gas e adegua i fori sulle barre laterali, per semplificare il montaggio.
L’installazione del telo è estremamente semplice. E’ importante però ricordare “5” semplici cose:
1. Centrare la finestra posteriore. Per farlo, fai un piccolo segno, sulla mezzeria del telo, sia in alto, che in basso. Marca anche il telaio mobile e il contro telaio.
2. Ferma provvisoriamente il telo in posizione, applicando esternamente sul tessuto e sul rispettivo telaio, il nastro di carta.
3. Non tirare il tessuto. Evita di forzare il tessuto, perchè così facendo, oltre a lacerarlo, rischi di falsare le misure e portarlo fuori squadro.
4. Posizionare la battuta in modo corretto. Ricorda, di porre bene a contatto, il tratto perimetrale di tessuto, contenente il cordino in gomma, con il telaio e il rispettivo profilo.
5. Utilizza le viti giuste. “Non forare i telai“, preventivamente. Procedi gradualmente, avendo cura di mettere in pressione il bordo contenente il cordino di gomma, mediante l’utilizzo di un “avvitatore” e di viti “autoforanti“, consigliate. In alternativa, puoi risolvere mediante l’impiego di punte “Jteng“, molto utili.
Di seguito, trovi le classiche immagini da cliccare, qualora tu sia interessato all’acquisto del materiale in oggetto.
Nella foto che segue sono evidenziate le semplici fasi di installazione.
CURA E MANTENIMENTO
Prenditi cura del tuo tetto e del suo telo di rivestimento, perchè, essi, costituiscono di fatto, una zona abitativa. Il rivestimento, in particolare, ti difende dalle intemperie e regola il giusto clima interno e per assolvere a tali funzioni in modo continuativo, necessita di particolari “attenzioni“.
In generale, per ogni tipologia di tessuto, la parola d’ordine è, “delicatezza“. Infatti, strofinandolo in modo errato, puoi modificare irrimediabilmente le sue caratteristiche.
Il tessuto va sempre lavato, il meno possibile e rigorosamente, con prodotti neutri, assolutamente non aggressivi. Ottimo il sapone per le mani. Nel lavaggio, presta attenzione soprattutto alle cuciture, alle cerniere e alla zanzariera. Lo sporco che si annida, con il tempo ne limita la durata. Richiudilo solo dopo esserti sincerato che sia assolutamente asciutto.
In generale prima di chiuderlo, spolveralo sempre, per evitare che i residui naturali, possano lacerarlo in fase di chiusura.
Se il tetto non viene utilizzato per molto tempo, aprilo comunque con una certa regolarità e controlla la presenza di eventuale umidità. Rimuovere le muffe è davvero molto difficile senza rovinare il tessuto.
Ultimo consiglio, “non mettere mai del semplice talco” a protezione, utilizzalo piuttosto solo su zone specifiche. E’ ottimo per rimuovere le tracce di resina, ma va rimosso appena possibile e comunque, sempre, prima di richiudere il tetto.
“WOW! Ce l’abbiamo fatta!”
E’ stato un lavoro davvero lungo, ma da oggi, i tuoi stazionamenti, non saranno più gli stessi. Garantito! Ora, spetta a te decidere, che tipo di avventura intraprendere, ma ricorda…
Ho fatto questa guida, con l’unico scopo di aiutarti a realizzare nel modo più semplice possibile, il tuo tetto sollevabile.
Se sei stato meticoloso e hai seguito la guida, passo passo….
“Congratulazioni. Hai realizzato il tuo primo tetto sollevabile professionale!”
Naturalmente, se durante il percorso, hai incontrato degli ostacoli, informami, lasciando un commento qui sotto. Ti chiarirò ogni dubbio e saprò consigliarti, le giuste soluzioni. Se, in alternativa, hai trovato da solo le tue risposte, descrivile. Possono sicuramente essere d’aiuto, per coloro che inizieranno “i lavori” dopo di te.
Alla prossima avventura, a presto.
Ciao, sono Lucio, Webmaster ed editor di miniautocamper.com. Oltre a lavorare sul campo, mi occupo di consulenza e formazione. Amo sporcarmi le mani per realizzare in team ogni genere di idee, ma non inizio mai nessun lavoro senza avere la certezza di un valido risultato finale. La mia esperienza a Tua completa disposizione per aiutarti a dar vita a ogni tuo progetto.
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