IL TETTO SOLLEVABILE (PARTE 1)
Il tetto sollevabile? Indispensabile! Quindi, facciamolo!
Questo particolare “accessorio“, ti offre innumerevoli lati positivi, infatti, ti consente di utilizzare un arredamento interno, in pieno stile caravan. La vivibilità e l’abitabilità interna, aumentano notevolmente. Naturalmente, però, la scelta, comporta anche alcuni aspetti negativi. I costi di realizzazione e i tempi per la sua progettazione e messa in opera, ad esempio necessitano di un’attenta valutazione.
Ti mostro, adesso, come ho realizzato il tetto sollevabile per la mia Tata Safari e come questa procedura sia replicabile sul tuo autoveicolo.
Nel post: “Le fasi preliminari e lo smontaggio“, che ti consiglio di leggere, ti ho spiegato, come gli interventi di tipo “strutturale“, sono i primi lavori da prendere in considerazione, per decidere il genere di veicolo ricreazionale che vuoi realizzare. Il tetto sollevabile, rientra proprio in questa tipologia. Per il mio progetto, inizialmente, avevo rinunciato, ma solo per una questione di tempi di realizzazione. Poi però… ho avuto occasione di provarlo e me ne sono innamorato.
Mi sono subito reso conto, in oltre, che sarebbe stato un amore impossibile. Dove avrei potuto trovare quello giusto per me? Le dimensioni ridotte del mio tetto, rendevano ogni ricerca, inutile. Oltretutto, la superficie a disposizione, era anche molto irregolare.
“Quindi? La soluzione? Semplice. Un tetto sollevabile “fai da te”. In pieno stile miniAutocamper.”
Ho analizzato le caratteristiche di quelli utilizzati sui van e di conseguenza, ho evidenziato i punti per me essenziali:
- Robusto e funzionale.
- Sicuro in ogni condizione.
- Relativamente economico.
- Possibilmente invisibile.
ROBUSTO E FUNZIONALE
La cosa principale da tenere a mente è che il tetto originale con i suoi longheroni ha una certa “portanza” e a livello strutturale è fondamentale. Il tetto sollevabile, pertanto, dovrà assolvere anche la funzione di “parte stressata” della carrozzeria e garantire almeno la stessa rigidità torsionale originale.
Oltre ad essere robusto deve naturalmente essere funzionale. Come vedrai in seguito, l’apertura e la chiusura del tetto che ho realizzato, sono di una semplicità disarmante. Grazie ad una attenta progettazione, è esente da qualunque tipo di manutenzione e non è soggetto a nessuna turbolenza o instabilità. E’ solido e al tempo stesso, leggero e silenzioso, anche nei trasferimenti autostradali. E’ perfino migliore dell’originale, soprattutto dal punto di vista della coibentazione termica e acustica.
SICURO IN OGNI CONDIZIONE
Il fattore sicurezza, per me, è di enorme importanza. Per cui, in fase progettuale, ho valutato l’acquisto di svariate tipologie di dispositivi di sollevamento. Ho preso in esame quelli utilizzati dai marchi più famosi tipo: “Westfalia“. Altri assai più economici, simili ai meccanismi utilizzati nei letti contenitore. Ma poi, ho preferito orientarmi su una combinazione di vari elementi. In particolare:
Una normale cerniera in acciaio inox, è semplice da installare, è sicura e indistruttibile. Per quanto riguarda il dispositivo di controllo e sgancio, la scelta è caduta su “4” fibbie e “2” cinghie. Il massimo della funzionalità. A garantire un’estensione controllata del tetto, provvedono una coppia di pistoni a gas. Sono dotati di “security block“, che evitano il rischio di chiusure accidentali, dovute ad eventuali malfunzionamenti. Il meccanismo è estremamente semplice, alla massima apertura, posizionano lo stelo e il cilindro fuori asse. In seguito, vedremo nel dettaglio, come installarli.
RELATIVAMENTE ECONOMICO
Una attenta progettazione, porta indubbi vantaggi nella fase di realizzazione. Consente, in oltre di abbattere il numero di risorse impiegate, le spese iniziali e future. Dell’importanza di un buon progetto, ne parlo nell’articolo: “come realizzare un piano di lavoro“.
Il costo dei materiali è stato per me un punto fermo, o quasi. Naturalmente, realizzare un prodotto di alto livello, comporta degli inevitabili compromessi. Credo di aver fatto comunque le scelte giuste, visto il risultato ottenuto. Ma lascio a te giudicare, alla fine di questo articolo e poi, se vuoi, lasciare un commento.
POSSIBILMENTE INVISIBILE
Proprio invisibile non è, però… il fatto di lasciare le strutture laterali originali e curare la forma e le dimensioni nei minimi particolari, ha sicuramente contribuito a renderlo poco appariscente. Per me è bello da vedere e non rovina, la linea generale. Per non sacrificare l’abitabilità interna, ho scelto di installare l’intera struttura, esternamente al veicolo. L’altezza totale, è di “7” cm. Valore non basso, ma accettabile.
DIAMO INIZIO AI LAVORI
Entriamo adesso nei dettagli. Sei pronto? Ok! Cominciamo.
Dopo aver “spogliato” l’intera vettura, come ti ho spiegato nel post: “Le fasi preliminari e lo smontaggio“, hai finalmente, per la prima volta, la possibilità di analizzare dettagliatamente ogni particolare. Puoi pertanto, visionare, la posizione dei longheroni e delle traverse del tetto. Misurare gli spessori e poi, eventualmente, aggiornare il tuo progetto.
PREMESSA
Per quanto riguarda la scelta dei materiali, segui sempre “4” linee guida:
- Resistenza.
- Leggerezza.
- Praticità.
- Costi.
Ricorda, non fare scelte affrettate, soprattutto se è la prima volta che utilizzi uno specifico prodotto. Scegli sempre a parità di costi, i materiali corredati di specifiche tecniche. Ti consiglio di fare una breve ricerca online, per vedere la reperibilità e le opinioni di chi li ha già usati prima di te. Hai molte risorse a tua disposizione, quindi usale. Il Web, è sicuramente una tra le più valide. Sai che puoi reperire il materiale che ti occorre, comodamente da casa? Leggi, o ascolta il post: “Reperire il materiale occorrente“. Vedrai, fare acquisti non può essere più facile.
PREPARAZIONE: TELAIO MOBILE, CONTRO-TELAIO E CORNICE DI RINFORZO
TELAIO MOBILE E CONTRO-TELAIO
Il progetto prevede, una struttura composta da un “telaio mobile“, da fissare all’esterno del autoveicolo e un “contro-telaio“, vincolato, sempre nella parte esterna del tetto. Per realizzarli, la soluzione che ho adottato, utilizza:
- un tubo quadro di alluminio, “23.5 x 23.5” mm, per la realizzazione del telaio mobile, prodotto dalla ditta: “Alfer“, che puoi trovare “qui“.
- un tubo quadro “lato 1“, “23.5 x 45.5” mm, per il contro-telaio, della stessa ditta, che trovi “qui“.
- Raccordi di acciaio inox, prodotte da: “FornitureZambon“, che trovi… “qui“.
In particolare, il profilato usato per il contro-telaio, come puoi notare nella foto, ha una maggior base di appoggio, che conferisce all’intera struttura una rigidezza torsionale adeguata. A garantire una perfetta tenuta tra i tubi e le giunzioni, è la differenza dimensionale dei due. Infatti, l’interno dei tubi è di “20” mm, mentre l’esterno dei raccordi è di “21” mm. Tra poco, ti mostrerò il metodo, per creare giunzioni perfette tra materiali di diversa natura.
CORNICE DI RINFORZO
Ho previsto anche un terzo telaio, di rinforzo, fissato internamente al mezzo. E’ costituito da barre in acciaio forato, “10 x 30” mm, questa volta unite tramite saldatura, per evitare qualunque tipo di flessione.
La scelta di materiali differenti ha lo scopo di contenere il peso senza rinunciare alla solidità. Come da progetto, adesso, taglia i vari pezzi e poi, verifica per ognuno le misure direttamente in opera.
Nella foto qui sotto, ti mostro l’esploso del tetto sollevabile e tutte le parti che lo compongono.
ASSEMBLAGGIO: TELAIO MOBILE, CONTRO-TELAIO E CORNICE DI RINFORZO
La tecnica utilizzata per l’assemblaggio dei telai, è detta anche, per “interferenza“. Come ti accennavo, ti consente di ottenere una connessione perfetta, tra materiali differenti.
Prevede l’utilizzo di una “pistola termica“, con la quale scaldare la parte terminale del tubo quadro di alluminio, per farlo espandere, di conseguenza, di un paio di millimetri. Quanto basta per inserire il raccordo precedentemente raffreddato, (un oretta nel congelatore) e mandarlo in battuta. Attenuata la differenza di temperatura, si completa l’assemblaggio con i rivetti in acciaio inox. Facile, no?
Poiché il tetto della mia Tatanka, non è perfettamente in piano, è necessario utilizzare gli spessori in profilato in ferro “10 e 12“. Dopo averli tagliati a misura, puoi renderli ermetici saldando dei fondelli in lamiera e rifinirli con un paio di mani di “antiruggine“.
Il passo successivo, consiste nel dare una leggera curvatura ai profili più lunghi, “1” e “2” per copiare la sagoma dell’intero tetto.
Ricapitolando, il telaio mobile, come puoi vedere nella foto, si compone degli elementi: “1, 3 e 16”.
Il contro-telaio di quelli numerati: “2, 4 e 15”.
La cornice di rinforzo, è costituita dalle parti: “5, 7, 9 e 13”.
IL TAGLIO DEL TETTO ORIGINALE
“E’ il momento di prestare la massima attenzione!”
Ora che tutti i pezzi sono pronti, o quasi, puoi procedere, nel tagliare il tetto originale dell’auto. Presta la massima attenzione. Ti ricordo che la sicurezza viene prima di tutto, quindi, evita qualsiasi tipo di scintille o fiamme, soprattutto internamente al veicolo. Per eseguire il taglio, ti consiglio di usare un “seghetto alternativo“, o una “sega a gattuccio“, piuttosto che servirti di una “smerigliatrice angolare“.
Prima di iniziare a recidere il tetto, ti suggerisco in oltre, di fissare tra loro, i due elementi principali. Il contro-telaio e la cornice di rinforzo. Eviterai così, eventuali movimenti strutturali. Se non riesci, a causa di qualche impedimento, ricorda che fino al termine dell’installazione delle due strutture, non devi sollecitare la copertura, per nessun motivo.
Per avere dei riferimenti, può essere utile fare dei fori dall’interno dell’auto e successivamente posizionare del “nastro di carta“, sul quale marcare le linee. Io, e anche tu probabilmente, non ho potuto fissare la cornice di rinforzo, prima di effettuare il taglio, a causa dei longheroni interni. Ma con la dovuta cautela, tutto è andato per il verso giusto.
FISSAGGIO DEL CONTRO-TELAIO E DELLA CORNICE DI RINFORZO
PREPARAZIONE
Adesso che hai fatto il buco, “un gran bel buco“, ti mostro come riempirlo. Procedi con l’installazione. Il primo pezzo da montare è il “contro-telaio“, che va vincolato, esternamente all’autoveicolo. Posizionalo, provvisoriamente in opera e utilizza i “morsetti da falegname“, per fissarlo. Effettua le debite marcature e successivamente, rimuovilo. Procedi con i relativi fori, per i rivetti e i bulloni.
Installa provvisoriamente, anche la “cornice di rinforzo” interna, per verificare che tutto procede per il meglio e poi… rimuovila.
Stendi ora un cordoncino di “silicone a base acetica” su tutto il perimetro del tetto, sia esternamente che internamente all’abitacolo. In alternativa al silicone, puoi usare la “colla poliuretanica“. Metti un filo di sigillante anche sul contro-telaio, sugli spessori, sui profili, e sulla cornice di rinforzo. Questa fase è necessaria per evitare eventuali infiltrazioni di acqua e di aria. Prepara in anticipo i dadi e i bulloni di fissaggio, mettendo una goccia di bloccante, il “frena filetti“. Le vibrazioni generate su un mezzo in movimento, sono molteplici, di conseguenza, non è affatto rara la perdita di dadi e bulloni. La mia amata Ducati, ne sa qualcosa. Se non hai il bloccante, in alternativa, puoi usare le rondelle spaccate o i dadi autobloccanti. L’unica cosa che proprio non puoi fare è… tentare la fortuna.
NOTA SUL SILICONE
Se utilizzi il sigillante siliconico a base acetica, verifica sempre la data di scadenza. E’ un materiale formidabile, ma oltre tale data, può capitare che non asciughi mai, costringendoti perciò, a rimuovere tutto e ricominciare da capo l’intero assemblaggio. Attenzione, non è affatto raro che succeda.
ASSEMBLAGGIO
Per prima cosa, ti consiglio di farti dare una mano da un altra persona, meglio due. Viste le dimensioni dei telai, “dovrai montarli entrambi simultaneamente” e la rapidità di esecuzione che dovrai approntare “prima che il silicone indurisca“, meglio essere previdenti. Io, mi sono fatto aiutare da mio Papà. Un tesoro, sempre disponibile. Presta la massima attenzione e fissa tutti gli elementi utilizzando “molti” morsetti da falegname. Verifica tutti gli accoppiamenti e all’occorrenza procedi con i necessari aggiustamenti. Termina rimuovendo il silicone in eccesso.
FINITURA
Per rifinire il tutto, scherma l’intero perimetro del contro-telaio, con del nastro isolante da elettricista. Molti utilizzano lo scotch di carta, ma io preferisco quello elettrico. La sua superficie liscia agevola la rifinitura. Dai una seconda passata di sigillante, è fondamentale per ottenere un lavoro impeccabile. Ricorda di asportare quasi completamente il silicone con un solo dito, avendo cura di pulirlo e bagnarlo ad ogni passaggio, in una soluzione di acqua e sapone. Devi eseguire questa operazione nel minor tempo possibile e rimuovere il nastro prima che il silicone cominci ad asciugare. Per maggiori dettagli relativi alla stuccatura del silicone, ti consiglio la “video-pillola” sottostante.
Ultima raccomandazione, occhio alla temperatura ambiente. Se effettui il lavoro in estate, ad esempio, nel tempo che impieghi ad avvitare i bulloni, il silicone potrebbe cominciare ad asciugare, rendendo pertanto, la finitura, praticamente impossibile.
I COMPONENTI LATERALI
Uno di punti fondamentali, che ho preso in considerazione in fase progettuale, consisteva nel creare un tetto sollevabile meno vistoso possibile. Per ottenere questo risultato, a scapito di una superficie di apertura minore, ho preferito lasciare le barre porta-tutto e gli appigli posteriori originali. Naturalmente questo comporta del lavoro extra.
Terminata infatti, l’installazione del contro-telaio e della cornice di rinforzo, è necessario provvedere alla rifinitura dei componenti originali laterali. Posiziona gli spessori in profilato di ferro, “elementi 10 e 12” avendo cura di interporre anche in questo caso un pò di silicone.
Quando il sigillante è asciutto, è il momento di riempire ogni singolo foro, con della “schiuma poliuretanica“. Una volta espansa, puoi rimuovere quella in eccesso con un taglierino.
Per poter riposizionare le plastiche originali, è necessario tagliarle, come indicato nella foto, “37 mm” e successivamente montarle avendo cura di frapporre il solito silicone nei punti di contatto.
Il prossimo passo, consiste nel ritagliare i due profili di alluminio di rifinitura. Puoi usare come dima un semplice cartoncino. Una volta che i profilati sono opportunamente sagomati, procedi alla loro installazione, come da foto, utilizzando i “rivetti” e… indovina un po’? Il silicone!
NOTA NELL’ UTILIZZO DEI RIVETTI
Ricorda di usare sempre rivetti dello stesso tipo della struttura. Nel caso quest’ultima sia composta da materiali differenti, per evitare problemi di tenuta, utilizza rivetti uguali al materiale più resistente. In oltre, con prodotti differenti è importante, che la testa del rivetto, sia sempre a contatto con il materiale più debole, al fine di garantire il tiraggio ottimale. A volte può risultare utile anche interporre una rondella sul fondello del rivetto prima della trazione per rinforzare la base di appoggio. Un ultimo consiglio, che può sembrare banale, ma non lo è, considera sempre lo spazio necessario per poter usare la “rivettatrice” nel miglior modo possibile. Anche se usi quella snodata, ricorda che è decisamente più ampia e scomoda di un normale cacciavite.
La prima parte di questo tutorial, è terminata.
- Abbiamo fatto le opportune considerazioni. Analizzato le caratteristiche fondamentali, che un tetto sollevabile deve avere.
- Ti ho mostrato i materiali e le fasi costruttive dei singoli elementi.
- Hai tagliato il tetto originale, in totale sicurezza e nel modo più appropriato.
- Installato il contro-telaio e la cornice di rinforzo, evitando le flessioni strutturali dell’intero autoveicolo.
Nel prossimo articolo: “Il tetto sollevabile (Parte 2)“, procediamo con l’installazione del telaio mobile, delle staffe di fissaggio e della cerniera anteriore. Ti mostrerò quali materiali isolanti utilizzare e come posizionarli. Ancora, vedremo come installare i pistoni di sollevamento e il trattamento supplementare da riservare ai telai. Termineremo con la realizzazione e l’installazione della scocca e dello spoiler in VTR.
In un terzo articolo: “Il tetto sollevabile (Parte 3)“, Tratterò la realizzazione del telo di rivestimento.
Spero che quanto hai letto, sia stato di tuo gradimento.
Sentiti libero di commentare o mandarmi una email per qualunque chiarimento tu abbia bisogno.
Ciao. Buon proseguimento e… buon lavoro!
Ciao, sono Lucio, Webmaster ed editor di miniautocamper.com. Oltre a lavorare sul campo, mi occupo di consulenza e formazione. Amo sporcarmi le mani per realizzare in team ogni genere di idee, ma non inizio mai nessun lavoro senza avere la certezza di un valido risultato finale. La mia esperienza a Tua completa disposizione per aiutarti a dar vita a ogni tuo progetto.
Buon giorno, vorrei realizzare il tetto sollevabile ad un Opel Vivaro con n° due pannelli solari accoppiati da mt. 1,40 x 0,60 cadauno creando cosi un’apertura di mt. 1,40 x 1,20. Che ne pensi? Grazie Bruno
Ciao Bruno, felice di fare la tua conoscenza.
Quello che vuoi realizzare è assolutamente fattibile.
L’installazione di un tetto sollevabile ti consentirà di vivere esperienze abitative altrimenti impensabili senza tale accessorio.
Indipendentemente dalle misure dei pannelli che andrai a installare, valuta però l’idea di ampliare la superficie complessiva, per sfruttare ogni centimetro di tetto disponibile.
Inoltre anche se ritengo che la via del “fai da te” che ti invito pertanto a seguire, sia estremamente soddisfacente e decisamente anche più economica, ti consiglio di prendere in considerazione anche i “kit tetto sollevabile” già presenti in commercio e pensati specificatamente per il tuo modello, per capire principalmente come intervenire senza inficiare la struttura portante esistente e soprattutto per avere una chiara idea del rapporto “costi/benefici“.
Per realizzare il tuo progetto dovrai prendere in considerazione molti fattori, tra cui ovviamente quelli tecnici, ma quelli personali che sono anche i più importanti, ti assicuro faranno decisamente la differenza.
Principalmente per questo motivo quindi, rimango a tua completa disposizione. Non esitare a “contattarmi” o a segnalare qui nei commenti ogni dubbio o richiesta di chiarimenti.
Buona giornata e ben arrivato su miniautocamper.com.
A presto.
Lucio
Ciao Lucio complimenti per l’articolo. Mi chiedevo se hai dovuto omologare questa modifica. Vorrei installare un tetto sul mio furgone e mi hanno detto che se la modifica non è sul libretto potrebbero fare storie in fase di revisione o in caso di incidente. Grazie mille. Buona serata
Ciao Matteo, felice di conoscerti e grazie per i tuoi complimenti. Ti confermo che per evitare qualunque problema, il tetto sollevabile va omologato. A breve pubblicherò un post specifico sull’argomento, ma ti anticipo che per quanto riguarda i furgonati, il procedimento è più complesso rispetto agli autoveicoli. Nel tuo caso pertanto, ti consiglio di rivolgerti a installatori certificati.